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Ripartire. Non importa né da dove né quando. È fondamentale farlo ogni giorno però, senza paura dei giudizi altrui o delle aspettative troppo alte.

Alberto Cavasin 22 anni fa vinceva la panchina d'oro grazie ad una stagiona fantastica vissuta con il Lecce ed era uno dei tecnici italiani più in voga in quel momento. A distanza di tanto tempo, l'allenatore classe ‘56 si trova a festeggiare, con 6 giornate d’anticipo, la vittoria del campionato di Prima Categoria, con la conseguente partecipazione al prossimo campionato di Promozione.

Alberto ha scelto Bari Sardo per ripartire la sua scalata dopo anni bui. Questo comune lo conoscono in pochi. Ha meno di 4000 abitanti, si trova vicino Nuoro, in Sardegna. Eppure lì Cavasin ha trovato nuove motivazioni, gli stimoli che ormai aveva perduto da tempo. 

Si è seduto su una panchina di Prima Categoria con l'umiltà che lo ha sempre contraddistinto, facendo da allenatore, magazziniere ed a volte cuoco, per festeggiare i successi della squadra.

Tutti gli altri si allenano 3 volte a settimana e la domenica mattina scendono in campo. La sua squadra, invece, messa in campo con il 4231, svolge 5 allenamenti a settimana e lavora sia sulla tecnica che sulla tattica.

Doveva allenare il Congo, aveva già un accordo con il presidente della Federazione ma alla fine è saltato tutto a causa del Covid. Forse il destino aveva scelto diversamente per lui e l'Africa poteva ancora aspettare.

Ora Alberto e felice, programma già la prossima stagione ma non si pone degli obiettivi. Ha riscoperto l'amore per il calcio, la passione per la panchina e lo spogliatoio e probabilmente ha dimenticato la Serie A. 

Allenatori si nasce e Cavasin ha sempre voluto guidare i suoi uomini in campo. Poco importa se prima lo ha fatto sui rettangoli verdi della massima serie ed ora sui campi polverosi delle categorie inferiori. 

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