header logo

Quarto pareggio consecutivo per i giallorossi, stavolta a Parma ed è un risultato che fa paura per una squadra che punta a vincere il torneo; ma ciò che spaventa di più non è lo zero a zero con cui il Lecce esce dal Tardini, ma la prestazione nel suo complesso.

Baroni ha molti uomini fuori forma, altri proprio fuori per infortunio ed opta per una formazione da battaglia, con Blin e Bjorkegren contemporaneamente in campo ai fianchi di Hjulmand; in attacco si gioca Rodriguez dal primo minuto insieme a Strefezza ed a Coda, mentre davanti a Plizzari agiscono Calabresi esterno destro, Lucioni e Tuia coppia centrale e Barreca a sinistra.

Una linea mediana praticamente inedita, portata più a contenere che ad incidere, le conseguenza di questa scelta sono state quelle di avere nei primi trenta minuti di partita una supremazia territoriale sterile, senza tiri nello specchio della porta avversaria, con i centrocampisti che impedivano agli uomini di Iachini di giocare palla, ma erano incapaci loro stessi di produrre azioni pericolose. Poi il ritmo è calato, i giallorossi hanno iniziato a rifiatare ed i padroni di casa son venuti fuori, soprattutto nel secondo tempo. Baroni ha iniziato ad attingere alla panchina, ma quando abbiamo visto che quasi tutti i nuovi entrati facevano peggio di chi giocava prima, abbiamo capito che la condizione psicofisica della squadra è in netto calo e la sosta deve assolutamente servire per ricaricare le batterie.

Negli ultimi dieci minuti il Lecce ha anche rischiato di vincerla questa gara, stavolta Strefezza non è stato lucido e si è visto ribattere due volte un tiro a botta sicura dal portiere, il quale ha compiuto anche un bell'intervento su tiro a girare da parte di Di Mariano.

Proprio l'ex Venezia ed Asencio sono state le note positive tra i giallorossi subentrati nel secondo tempo: Di Mariano aveva voglia di vincere la partita e l'ha dimostrato scattando più volte sulla fascia sinistra, mettendo qualche pallone interessante in mezzo ed andando al tiro; Asencio ha tenuto impegnati almeno due uomini ed ha creato spazio. Troppo poco il tempo concesso alla punta spagnola nelle ultime quattro partite, anche Coda ha bisogno di rifiatare ogni tanto ed oggi si è potuto notare senza ombra di dubbio.

Nell'arco della partita e fino all'ingresso di Di Mariano abbiamo notato una squadra monocorde, che ha attaccato prevalentemente a destra, perchè a sinistra Rodriguez, Bjorkegren e Barreca non sono mai riusciti a creare densità in maniera da scambiare per proporsi in area o per servire Coda. Pablito è sembrato sempre fuori dal contesto, mentre il capocannoniere del campionato era costretto ad uscire fuori dall'area di rigore più del solito, allo scopo di dare una mano e rendere più fluida la manovra del Lecce. Operazione non riuscita.

Alla fine dei giochi, contro il Parma è stata una partita che ha vissuto principalmente di tre fasi: nella prima il Lecce ha tenuto il pallino del gioco però senza affondare mai, nella seconda ha rischiato anche di subire gol ed ha sofferto il palleggio dei padroni di casa, mentre nell'ultima ha rischiato concretamente di vincere e portare a casa i tre punti. Resta comunque impresso nella mente come il miglior attacco del campionato sia riuscito ad arrivare al tiro soltanto alla fine della partita.

Adesso ci sarà una pausa abbastanza lunga, deve necessariamente servire al Lecce per ricaricarsi sia mentalmente che fisicamente così da poter affrontare il rush finale di questo campionato potendosi giocare tutte le carte senza dover fare a meno di troppi giocatori. I primi posti sono sempre alla portata di tutte le squadre al vertice, però bisogna vincere le partite, basti guardare il Monza sconfitto dal Lecce sia all'andata che al ritorno come con un filotto di vittorie sia riuscito a scavalcare in classifica proprio i giallorossi.

Ciro e Michele, eroi senza tempo
Frosinone-Lecce 3-1: Abisso choc. Tesoro: "Non arbitri più il Lecce"