In campo come nella vita: l'incredibile storia di Fabio Pisacane
Ci sono storie che meritano di essere raccontate più di altre. Ci sono persone che hanno obiettivi ben delineati in testa ed ogni giorno lavorano per raggiungerli, sebbene la vita sia imprevedibile e possa decidere da un momento all’altro di sconvolgere la nostra esistenza.
La favola vissuta da Fabio Pisacane non può passare inosservata, non per noi che scriviamo di Lecce e viviamo di storie da raccontare. La sua è stata una vita ricca di avvenimenti, con un lieto fine che permette a tutti di credere che la forza dei sogni alla fine vince su tutto.
Fabio aveva 14 anni, era un ragazzo come tanti ma aveva già ricevuto una chiamata importante, da un club prestigioso come il Genoa, che aveva deciso di puntare su quel promettente difensore campano. Un giorno, però, il destino ha deciso di mettergli i bastoni tra le ruote, credendo di fermarlo per sempre. Quel giovane piccolo calciatore ha aperto gli occhi e si è trovato paralizzato, nel suo letto, con la sindrome di Guillan-Barrè che si era impossessata della sua vita, dei suoi arti e dei suoi sogni.
I medici non hanno lasciato troppe speranze ai genitori. Il ragazzo probabilmente sarebbe migliorato, sebbene per qualche giorno sia finito anche in coma, ma il sogno di diventare calciatore doveva ritornare nel cassetto dal quale era uscito dopo la chiamata dei rossoblù. Molti di noi avrebbero mollato, si sarebbero arresi all’evidenza ed alla forza di un destino beffardo, ma Fabio no. Lui calciatore voleva diventarci per davvero ed ha lottato, come ora fa in campo ogni domenica. Ha lottato per riprendersi le sue gambe e tutto quello che aveva desiderato fino a quel momento.
È tornato a giocare, è partito dal basso, conoscendo i campi polverosi della Serie C e denunciando anche il marcio che a volte si trova nel mondo del calcio. A Pisacane hanno proposto di truccare una partita per 50 mila euro. Ha risposto di no, non voleva macchiare la sua carriera, nonostante quella cifra in quegli anni avrebbe fatto la differenza. È stato forte, proprio come nel periodo della sua malattia.
Ravenna, Cremonese, Lanciano, Lumezzane, Ancona, Ternana, Avellino, Cagliari ed ora Lecce. Ne ha fatta parecchia di strada il difensore classe 1986. Ha vissuto annate difficile, ha conquistato promozioni fantastiche ma è sempre rimasto nel cuore dei suoi tifosi per la voglia che mette in campo, per la capacità di non mollare mai, davanti a nulla.
In campo come nella vita. Spesso si dice che il calciatore si comporti in campo come la persona che vive fuori dal rettangolo verde. Fabio ne è la prova. Lui ha saputo conquistarsi tutto, anche quell’esordio in Serie A a 30 anni suonati, con il sudore della propria fronte, senza che nessuno gli regalasse nulla. Anzi, il destino ha provato in ogni a modo a fermarlo ma si è dovuto arrendere anche lui.
A Lecce siamo sicuri che vedremo ancora la grinta che lo ha sempre contraddistinto in carriera. Questa piazza ama i giocatori che danno il massimo e Fabio Pisacane ha tutte le carte in regole per diventare un nuovo idolo dei tifosi giallorossi.
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