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Luigi Cagni, ex allenatore tra le altre di Brescia ed Empoli, ha parla a La Gazzetta del Mezzogiorno di Eugenio Corini e del cammino del Lecce fino ad oggi.

LECCE-SALERNITANA – A contendersi il secondo posto, utile ad approdare direttamente in A, oramai sono rimasti il Lecce e la Salernitana. Pur dovendo ancora affrontare i campani ed i salentini, è difficile che il Monza possa inserirsi, essendo a 6 dai giallorossi ed a -5 dai granata. Le quattro giornate mancanti decideranno il nome della formazione che, insieme all’Empoli, sarà promossa subito. Concedo qualche chance in più al club presieduto da Sticchi Damiani perché dispone di un organico più ampio, ricco di alternative di elevata qualità in tutti i ruoli. Determinanti saranno la condizione psico-fisica, la continuità di rendimento e la capacità di reggere alla pressione che deriva dall’obbligo di non potere steccare mai. Sul piano tattico, i due team sono diametralmente differenti perché l’undici diretto da Corini ha una vocazione offensiva, mentre quello guidato da Castori punta sulla solidità difensiva e sulle ripartenze”.

CORINI - "L’ho incrociato una prima volta quando non avevo appeso le scarpe al chiodo. Ero in attesa di fare il corso e, dopo tante stagioni alla Sambenedettese, mi allenavo con la Primavera del Brescia, la società della mia città, della quale lui faceva parte. Nel 1995/1996, l’ho voluto a Piacenza. Veniva da un periodo non esaltante, soprattutto a causa di alcuni infortuni, ma ero convinto che avrebbe potuto dare tanto e così fu. Poi passai all’Hellas Verona, nel 1996/1997 ed ho chiesto al mio nuovo sodalizio di ingaggiarlo. Così l’ho allenato per altre due annate. Aveva personalità, tecnica, visione di gioco ed era un ragazzo a posto. Si capiva che sarebbe diventato un bravo trainer e non mi sono sbagliato. So che nei giorni scorsi ha detto parole di apprezzamento nei miei confronti e lo ringrazio. La stima è reciproca. Ho avuto modo di vedere come lavora nel periodo in cui ha guidato le Rondinelle”. 

CONTATTO – “Qualche tempo fa ci siamo sentiti. Ha sottolineato di essere contentissimo dell’ambiente che ha trovato a Lecce, della società che lo supporta sempre e di avere a disposizione una rosa di prim’ordine. Per ottenere risultati, tutte le componenti devono fare bene la propria parte. Il complesso salentino ha vissuto anche momenti delicati, nei quali è stato in coda alla zona playoff. Ebbene, la dirigenza ha confermato la propria fiducia a Corini ed ha fatto bene perché ora la squadra è lì a giocarsi la A. Un allenatore si giudica per i risultati, ma anche per come lavora nel corso della settimana, giorno dopo giorno, con il suo staff”. 

ULTIME 4 PARTITE - ”Le caratteristiche di Lecce e Salernitana sono ben definite. Entrambe proveranno ad esaltarle per ottenere il massimo e per non avere rimpianti al termine dei 90 conclusivi. Ci sarà da soffrire in ogni sfida perché quasi tutte le avversarie avranno sino in fondo dei traguardi da raggiungere e potranno quindi contare su motivazioni altrettanto rilevanti. Se una delle due rivali dirette dovesse accusare un passo falso, l’altra avrebbe un bel vantaggio, ma questo fatto non significherebbe che i giochi sarebbero chiusi. Lo saranno solo quando lo stabilirà la matematica senza possibilità di ribaltoni. La B è questa”. 

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