Reazione Lecce, il risultato la condanna ancora, ma è la fase offensiva il vero problema
Il calcio è il gioco più episodico che sia mai stato concepito, ormai lo sanno tutti. Il Lecce contro il Pisa ha giocato male, meritava di perdere ed ha perso; contro la Spal ha reagito ed ha giocato bene, alla pari contro una seria candidata alla vittoria finale del torneo, forse meritava di vincere, sicuramente di portare a casa un punto ed invece ha perso nuovamente.
Due sconfitte nelle ultime due gare disputate completamente diverse tra loro, come il giorno e la notte. La risultante? Zero punti in classifica, zero gol segnati in centottanta minuti più recupero. Ed allora, vogliamo andare controcorrente: il problema del Lecce non è la difesa, per noi non lo è mai stata, sicuramente lo è la “fase difensiva” a cui partecipa tutta la squadra;
il problema dei giallorossi è la fase offensiva. La potenza devastante espressa in passato, ma anche in alcune partite in cui si è segnato poco, compresa l'ultima con la Spal, non trova più riscontri nelle reti segnate. Sono troppe le occasioni nitide non tramutate in gol, alla fine basta un'invenzione degli avversari per rimettere in discussione le scelte, il lavoro fatto ed anche il modo di giocare.
Contro la Spal, a sorpresa, Corini rivoluziona la squadra per darle più compattezza: 3-5-2 con Paganini sull'out di destra a tutto campo, Calderoni su quello di sinistra, Adjapong, Lucioni e Zuta a formare il terzetto centrale, rinuncia a Mancosu trequartista inserendolo nella mediana unitamente a Tachtsidis e Majer, lasciando alla coppia Coda/Stepinski il compito di offendere.
Lo spirito è diverso, è quello della rivalsa dopo la scoppola contro il Pisa ed infatti la squadra tiene benissimo il campo sfiorando più volte la rete con Mancosu, Coda, Stepinski, ma anche Paganini, Majer, Lucioni. Insomma gli uomini di Corini meriterebbero il gol che non arriva per scelte sbagliate dei protagonisti, per la bravura del portiere avversario ed anche per un po' di sfortuna.
La partita è palpitante, a volte è il Lecce ad avere il pallino del gioco, in altre la Spal; le fasi difensive di entrambe le squadre sono arcigne, pressanti, non lasciano spazi, nonostante questo le occasioni ci sono e si ha la netta sensazione che la squadra che sarebbe andata in gol per prima avrebbe portato a casa l'intera posta in palio.
Spetta a Marino gioire ed ai suoi ragazzi, mentre lo sconforto attanaglia il Lecce. Avevamo detto nei giorni scorsi, dopo la sconfitta contro il Pisa, che avremmo guardato più alla reazione della squadra, per nulla scontata, che al risultato finale. Così faremo, perchè come abbiamo detto che il Lecce è stato inesistente contro i toscani, allo stesso modo, non considerando la sconfitta, contro la Spal la squadra ci è piaciuta.
Mancano i gol, la vena realizzativa delle punte si è persa, sarà per la stanchezza, la mancanza di lucidità, oppure per quei periodi neri che tutte le punte vivono nell'arco di un campionato. Fatto sta che se il Lecce non segna, avendo una fase difensiva non sempre perfetta, è impossibile che vinca e difficilissimo che porti punti a casa. Siamo convinti che riuscendo a restare compatti, nonostante le sconfitte moralmente incidano negativamente, il Lecce possa risalire la china.
Giocando come contro la Spal, magari mettendo dentro qualche pallone, poche saranno le formazioni che potranno infastidire i giallorossi. Bisogna rialzare la testa, farlo subito e ricominciare ad affrontare il prosieguo del campionato, partita per partita. Sempre come se fosse una finale, i risultati arriveranno.
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