header logo

Un'ottima prestazione del Lecce per più di sessanta minuti non si trasforma in una vittoria.

Questo è successo a Como in una partita in cui i giallorossi sono passati subito in svantaggio su rigore a causa di una grave superficialità in fase di uscita palla al piede di Hjulmand, poi, a pochi minuti dalla fine, hanno sbagliato il calcio di rigore che poteva regalare i tre punti a causa del palo colpito da Coda.

In mezzo a questi due tiri dal dischetto si sono viste più partite in una ma è il Lecce ad aver avuto numerose occasioni, alcune anche molto nitide, per passare in vantaggio. 

Di contro il Como, una volta scampati i vari pericoli portati da Strefezza e compagni, ha avuto un paio di occasioni altrettanto solari con cui costruire a sua volta la vittoria che sarebbe stata da “delitto perfetto”.

La superiorità e la personalità mostrata dai giallorossi per larga parte dell'incontro è stata lampante, così come la scarsa incisività e cattiveria al momento di battere a rete con più precisione. 

Non è un argomento su cui si può sorvolare, l'abbiamo visto anche contro il Vicenza e fa rabbia quando si nota perfettamente la supremazia sul terreno di gioco non riuscire poi a concretizzarla attraverso le occasioni da rete, procurate in abbondanza.

Baroni ha messo in campo una formazione che era in emergenza in due reparti: sia quello difensivo, a causa delle assenza di Barreca e Dermaku, oltre alla scarsa condizione di Simic e Tuia che in attacco in cui era indisponibile Di Mariano, mentre Asencio ancora non al meglio, a causa del Covid che lo ha costretto a non allenarsi per circa un mese.

A destra abbiamo rivisto Gendrey, con Calabresi a fare coppia con Lucioni davanti a Gabriel, mentre a sinistra c'era Gallo; a centrocampo oltre all'insostituibile Hjulmand, Baroni ha inserito due mezz'ali “inedite dall'inizio” come Bjorkegren e Faragò, senza tenere presente che l'ex Cagliari sarebbe stato più utile partendo dalla panchina, visto che poteva ricoprire anche il ruolo di esterno basso all'occorrenza. 

Infatti dopo l'infortunio di Gendrey ed avendo già sostituito Faragò, il tecnico si è dovuto “inventareStrefezza terzino destro salvo poi rischiare un Simic ancora non al meglio della condizione per rimettere le cose nella loro normalità. In avanti insieme a Coda hanno agito Strefezza e Listkowski.

Il polacco, in grande ascesa ed autore del gol che poi ha sancito il pareggio, è stato sostituito forse un po' frettolosamente, con Ragusa che è entrato con grande spirito ma si è trovato nel momento peggiore che viveva la formazione giallorossa, ha sbagliato qualche appoggio di troppo e non è riuscito ad incidere.

La squadra come detto si è mossa bene, mettendo in campo l'idea di calcio di Baroni, grande pressing in avanti e giocate veloci massimo a due tocchi, movimenti vorticosi senza palla che hanno messo in crisi enorme la retroguardia lariana. 

Le occasioni, venute da azioni ben orchestrate, sono arrivate ma Coda, pur muovendosi bene su tutto il fronte d'attacco, non è riuscito a concretizzarle. In una circostanza, ad esempio, dopo aver scartato palla al piede tre avversari, ha tirato sull'estremo difensore avversario, ma ce ne sono state altre altrettanto importanti. 

Lo stesso Lucioni ne ha avuta una incredibile: su un servizio da dietro il capitano, in corsa, ha messo a terra la palla ed ha incrociato il tiro, a tu per tu col portiere, che però l'ha neutralizzato con un piede, d'istinto.

Tirando le somme, il pareggio non è il risultato più giusto per quanto visto a Como, ma le responsabilità stavolta non sono degli avversari né del direttore di gara, sono della mancanza di cinismo sotto porta, quindi esclusivamente del Lecce. 

Baroni su questo aspetto dovrà lavorare in questi giorni che separano la sua squadra dalla partita in casa contro un avversario molto quotato qual è il Benevento.

Il Lecce potrebbe presentarsi a questa sfida con altre defezioni, non sappiamo infatti cos'abbia accusato Gendrey per chiedere la sostituzione anticipata, né se la situazione di Dermaku potrà essere risolta a breve. Crediamo di no. Oltretutto Hjulmand verrà squalificato per una giornata dal Giudice Sportivo, di conseguenza se qualcuno degli indisponibili di oggi non dovesse rimettersi appieno per domenica prossima, gli uomini a disposizione del tecnico potrebbero essere contati.

Tutte queste osservazioni però non dovranno distogliere la squadra dall'obiettivo, non potranno essere considerate scusanti ma dare forza e consapevolezza, in maniera da poter affrontare il prossimo impegno con la stessa determinazione che, non per caso, consente al Lecce di guardare tutti dall'alto in basso.

Ciro e Michele, eroi senza tempo
Frosinone-Lecce 3-1: Abisso choc. Tesoro: "Non arbitri più il Lecce"