Ricciardi (Oms): "Calcio? Tempi lunghi, ottimismo ingiustificato". Palaia: "Riprendere quando rischio vicino allo zero"
"Non capisco tutto questo ottimismo. Dobbiamo riflettere con attenzione sulla cosiddetta fase 2. La normalità ci sarà soltanto quando avremo un vaccino. Ora non si deve abbassare la guardia". È cauto sulla ripartenza dell'Italia, dunque, Walter Ricciardi, componente membro dell'executive board dell'Oms e consulente del ministero della Salute sull'emergenza Coronavirus, che in un'intervista al Mattino invita a non farsi prendere da facili entusiasmi, sottolineando che per il calcio e il turismo la ripresa avrà "tempi lunghi".
Questa è la lezione della Cina, che "sta già richiudendo dopo i primi cento casi di nuovi contagi. Noi cento casi, e molti di più, li abbiamo ogni giorno". Quanto a Francia e Spagna che hanno annunciato la fine del lockdown "stanno assumendo delle decisioni azzardate - risponde Ricciardi - delle quali si pentiranno amaramente nelle prossime settimane". E allora, in Italia quando sarà possibile parlare di una ripresa? "Vedremo dopo il 3 maggio e con molta prudenza. Poi, è chiaro, le decisioni le adotterà il governo, la comunità tecnico-scientifica darà delle indicazioni. Ma certamente non ci sarà il liberi tutti», precisa ribadendo «niente assembramenti, dobbiamo difendere la nostra salute" alla domanda se quest'estate riusciremo ad andare al mare.
Dopo il 3 maggio le fabbriche potranno riaprire? "Probabilmente sì se verranno rispettati determinati standard di protezione individuale e distanziamento. I modelli che stiamo studiando - prosegue Ricciardi - sembrano andare in questa direzione".
E potremo andare in palestra o al ristorante? "Si tratta di luoghi chiusi. Se per i ristoranti potrà essere fatta una valutazione con determinate prescrizioni di sicurezza, per le palestre credo sia più complicato". "Credo che una riflessione accurata debba essere fatta sui trasporti, specie il trasporto pubblico locale. Migliaia di persone utilizzano questo sistema per spostarsi, per andare al lavoro. Certamente occorrerà adottare altre limitazioni".
Il calcio e le attività sportive potranno riprendere? "Allo stato attuale non ne vedo le condizioni", risponde Ricciardi, che spiega: "Il calcio è uno sport che prevede contatti fisici, emissioni di liquidi e sudore. Non mi sembra prudente. Poi, non dimentichiamo che gli atleti sono dei lavoratori, dunque bisogna mettere in atto adeguate misure di protezione anche della loro salute".
L'esperto sottolinea l'importanza dei "test e il tracciamento. Dobbiamo coniugare l'aspetto della verifica delle condizioni della popolazione sotto l'aspetto sanitario e tracciarne gli spostamenti, ricostruire i contatti con l'ausilio delle tecnologie. Non c'è altra strada. La direzione è questa. Dovremo andare verso il rilascio di un passaporto digitale", conclude. E ribadisce: "Non ci sono elementi per giustificare alcun allentamento delle misure sin qui adottate".
Giuseppe Palaia, responsabile sanitario del Lecce, ha parlato a La Gazzetta dello Sport della possibile ripartenza. Questo il suo pensiero: “Tutti vogliamo ripartire e ci stiamo impegnando per farlo. Su questo non ci sono discussioni. Bisogna riprendere quando il rischio è vicino allo zero. Il problema è che in questo momento i tamponi non sono a disposizione dei privati. E la gara per la scelta dei test sierologici dovrebbe produrre un risultato soltanto il 29 aprile, praticamente a ridosso del 4 maggio“.
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