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Daniele De Rossi, l’ex capitano della Roma, è stato nominato nuovo Responsabile Tecnico della Prima Squadra fino al 30 giugno 2024. De Rossi ha firmato un contratto di sei mesi con opzione per un’altra stagione in caso di qualificazione alla Champions. Nel corso della sua prima conferenza stampa, ha parlato della sua scelta di accettare la posizione di allenatore della Roma, rispondendo alla domanda sul fatto che possa essere il momento giusto per sedere sulla panchina della società capitolina: 

Era il momento giusto per rifiutare la Roma? Non si rifiuta la Roma, come accaduto a Pirlo anni fa, quando accettò la Juve. Ci sono uomini che rifiutano, altri che si buttano dentro. Non è solo una questione di nostalgia del passato, avrei detto di no solo se avessi pensato che la squadra è scarsa, non vado a fare brutte figure. Io penso la squadra sia forte.

De Rossi ha anche parlato del suo calcio e ha detto: 

Dire il mio calcio mi fa venire i brividi e l’ho sentito dire anche da allenatori che stimo. A parte da Guardiola, De Zerbi, Simeone, Conte che hanno spostato qualcosa nel calcio. Non sono al loro livello, penso che gli allenatori bravi li riconosci da come giocano la squadra. Se la Roma, alla fine di questo percorso, sarà riconoscibile e sarà organizzata sarò contento. Venire ricordato per uno che fa giocare bene la squadra e la fa vincere mi basta e avanza.

In merito alla durata del contratto e alla sua permanenza, De Rossi ha dichiarato: 

Dan e Ryan Friedkin sono stati chiarissimi sulla durata del contratto e sul tenore della mia permanenza. Ho detto che avrei firmato la cifra che avrebbero scritto, ma ho chiesto solo un bonus sulla Champions. Europa League? Non ci sono rinnovi, non c’è niente. Voglio giocarmi le mie carte. Ho chiesto solo di trattarmi di allenatore, non da leggenda o ex bandiera e su questo erano d’accordo. Poi sanno che io dal primo secondo in cui l’ho sentiti io me la giocherò per rimanerci. Penso siano soddisfatti di questo. Voglio meritarmi conferma sul campo.

Damiano Tommasi su De Rossi: “Scritto nel destino”

Questa esperienza era comunque scritta nel destino, è una notizia che suscita cose, e non può lasciare indifferenti. Daniele era il compagno di squadra ideale, un centrocampista di fatica con i piedi del campione e la testa da leader. Un amico e un uomo che si fa guidare dalla passione, ma non accecare. Poi dice sempre la verità.

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