Napoli, Gattuso: "Col Lecce una gara trappola perchè..."
Torna a parlare Gennaro Gattuso: dopo il silenzio post Sampdoria, dovuto ai problemi familiari, il tecnico del Napoli sarà in conferenza stampa alla vigilia del match contro il Lecce. Questo il suo pensiero raccolto da Tuttonapoli.
Giusto pensare gara dopo gara o dopo tre vittorie di fila ci si può porre un obiettivo? "Domani c'è una grande trappola, quella degli oltre 40mila spettatori che deve essere un valore aggiunto. Domani sarà una gara trappola, non è una frase fatta. Se non interpretiamo bene la gara, come fatto con Lazio e Juventus, diventa molto difficile perché il Lecce ci palleggia in faccia e servirà voglia di correre e di rubare palla Il Lecce ha fermato le prime due in classifica, può farci male, gioca a viso aperto. Dobbiamo essere bravi a prepararla bene mentalmente, senza pensare a dove siamo e dove possiamo essere, servirà cattiveria! Domani abbiamo solo da perdere".
In vista degli impegni in settimana, quali sono le condizioni del gruppo? Ha in mente un turnover per i 3 impegni in 7 giorni? "Abbiamo quattro difensori centrali, se stanno bene Di Lorenzo torna al suo posto. E ogni partita si giocano un posto. Poi abbiamo tre terzini, quattro quando tornerà Ghoulam, speriamo presto, e anche lì ci si giocherà un posto. Domani Koulibaly gioca dal primo minuto, questo è sicuro, a meno di problemi oggi".
Ha sentito il presidente sul suo futuro? "Oggi non ha importanza il mio futuro, conta il futuro del calcio Napoli. Non mi sembra nemmeno il caso di parlare del mio contratto, che è da un anno e mezzo con opzioni. Sono orgoglioso di allenare qui e di questa possibilità, ora devo solo pensare a far crescere questo gruppo e garantire risultati".
A Genova si è visto un grande Napoli nei primi 20 minuti, poi 70' normali ma di spessore caratteriale "Noi dobbiamo muoverci, sempre, per il gioco che vogliamo fare, creare linee di passaggio, dare la possibilità al compagno di muoversi. Poi non dobbiamo impaurirci se lo stadio avversario spinge, da un fallo laterale sembra che ci hanno tirato 20 volte in porta. Questa squadra si conosce bene da tanti anni ma da tempo offre la sensazione di poter pagare un episodio. Dobbiamo migliorare su questo aspetto, su un certo tipo di calcio, altrimenti poi non giochiamo più. Le decisioni si prendono da squadra, non da soli, così tutti insieme si decide di lanciare e poi di andare a giocare sulle seconde palle. L'essenziale è prendere queste scelte da squadra e leggere le situazioni di volta in volta, poi è chiaro che la gara cambia per il gol di Quagliarella, ma i movimenti sono venuti meno ed abbiamo sofferto".
Ora è il suo Napoli per i movimenti? "Io sono contento di quello che si fa durante la settimana, per l'impegno che ci mettono, per la quotidianità. Ed in partita si raccoglie quello che si fa. Questa è una squadra che recepisce ogni stimolo, ha voglia di stare in campo. Il più grande lavoro fatto sin qui è stato quello di non perdere giocatori per infortunio, visto che abbiamo fatto tanto lavoro dal punto di vista fisico con carichi di lavoro e cambi su come palleggiare. Ogni giorno mi assicurano grande disponibilità e di questo sono felice. I complimenti vanno fatti a questi ragazzi qui".
Ora a centrocampo ci sono tante soluzioni. "Sono giocatori funzionali, come piacciono a me. La mezzala deve andare dentro e non a caso Elmas era in area a Genova. Sono contento dei giocatori, non solo del centrocampo. Qualcuno sta avendo meno spazio, ma sono contento di avere difficoltà nello scegliere chi far giocare dal primo minuto. Ogni componente della rosa deve dare tutto, sempre. Dire a chi non va in campo di impegnarsi lo stesso non è semplice ma fa parte del nostro lavoro".
Ha parlato di sicurezza che a tratti può mancare: è solo una questione psicologica o tattica? "Semplicemente dobbiamo giocare da squadra. Per me significa correre a mille all'ora con una sola testa. I difensori devono accorciare la squadra, i centrocampisti devono metterci una pezza quando perdiamo palla, gli attaccanti devono muoversi sempre. Ma dobbiamo farlo con continuità, per 60-70-80 minuti".
Allan e Fabian sono a disposizione? "Fabian ha fatto poco negli ultimi 10 giorni. Ha avuto sempre febbre a 39-40 ma non è al cento per cento. Allan si allena da quattro giorni, oggi ci parlo e voglio sentire con le mie orecchie che i giocatori stanno bene. Anche Allan ce la sta mettendo tutta per recuperare la condizione fisica".
Per lei sarebbe una delusione commettere qualche errore come successo contro la Fiorentina? Sente questo rischio? "In quella partita abbiamo toccato il fondo, è stata una prestazione imbarazzante a livello di voglia, non tecnico. Abbiamo la consapevolezza di essere una squadra forte, ma dobbiamo preparare ogni partita con la massima importanza. Oggi valiamo 30 punti, tutti. Insigne ha detto che abbiamo fatto i danni, ma i danni li abbiamo fatti tutti. Io da quando sono arrivato, Lorenzo con i suoi compagni. Per questo oggi non possiamo permetterci di guardare alle prossime 7-8 partite. La cosa più bella è aver riacceso l'entusiasmo in città. Ora il ferro è caldo e dobbiamo batterlo, pensando partita dopo partita ma consapevoli del fatto che se lavoriamo da squadra siamo forti e possiamo fare molto di più di quanto fatto sin qui".
Come si affronta il Lecce di Liverani che le ha fatto i complimenti? "Faccio io i complimenti a Liverani, ha fatto già un miracolo con la Ternana: è giovane e preparato, molto furbo, in ogni stadio provano a giocare. Da anni sta facendo un gran lavoro. Sa di calcio e ne sa tanto, fa giocare bene le sue squadre. Per questo domani non dobbiamo perdere la testa. Dobbiamo essere bravi a tenere botta".
Contro la Sampdoria ha temuto di pareggiare? Il Lecce va affrontato come se fosse il Barcellona? "Non ho pensato al punto, il 2-2 sarebbe stato come una sconfitta, una mazzata difficile da recuperare. Come giocare domani? Ai ragazzi non devo trasferire nulla, il fatto che non possiamo sottovalutare questo avversario è oggettivo. Non dobbiamo innervosirci, dobbiamo rispettarli. Siamo in sala video 3-4 giorni a settimana, anche i giocatori lo sanno. Non hanno grandi nomi ma vanno affrontati come se fossero una grande squadra".
Mazzola si è detto stupito sulle scelte del Napoli di puntare su di lei. "Non ci casco... Da giocatore mi dicevano che avevo ferri da stiro al posto dei piedi. Io non mi gaso quando mi fanno complimenti e non mi deprimo quando non me li fanno. Mi diverto a fare questo lavoro, soprattutto quando guido gli allenamenti. Il resto non mi piace tanto".
Milik-Mertens sono una coppia? "Possono essere una coppia o alternativi, dipende da come vogliamo giocare. Ora andiamo per questa strada ma Mertens può fare la prima punta, la seconda o l'esterno".
Politano è un'opzione per domani? "Sì, è un giocatore forte, che ha tecnica, gioca a piede invertito, diverso da Callejon, può darci una mano ma in tutte le posizioni abbiamo giocatori che possono aiutarci".
Qual è stata la chiave per entrare nelle mente dei giocatori? "Io non ho fatto nulla, ma ho solo iniziato a lavorare in una direzione, i giocatori si sono messi a disposizione. Il calcio che vogliamo fare non è semplice, vogliamo costruire dal basso, serve del tempo e abbiamo commesso anche l'errore di cercare subito quello che voleva, ma potevo fare qualcosa di diverso. Ma se chiedi una cosa e poi rinunci, dai un segnale non positivo lasciando le cose a metà. La squadra non era ancora pronta, ma la colpa è stata la mia".
Sulla gestione dei portieri: "Da quando sono arrivato sembra, ascoltandovi, che io ce l'abbia con Meret. In passato Meret aveva giocato il 60 per cento delle partite e Ospina il 40 per cento. L'unico problema è che Giuntoli e il presidente hanno comprato tre portieri forti, perché anche Karnezis lo è. Chi vedo meglio, gioca. Meret è importante ma io non faccio scelte per antipatia o simpatia: le faccio per il bene della squadra".
Nei momenti di sofferenza Milik non ha le caratteristiche per far salire la squadra, come si può ovviare? "Palleggiando, chi lo dice che non si può palleggiare per 70 minuti. Si soffre quando non ti muovi e non crei linee di passaggio. Il problema non è Milik, ma che bastano dei falli laterali o che una curva spinga per farci sentire in difficoltà. Dobbiamo stare sempre in movimento, poi Milik è tra i più forti nel legare il gioco, ce ne sono pochi come lui al mondo, poi se vogliamo uno alla Bierhoff... è chiaro che non possiamo lasciarlo da solo in mezzo a quattro".
Sullo spirito con cui affrontare la gara: "Domani serve umiltà, non giochiamo contro il Lecce, ma contro una squadra fortissima. Non sono chiacchiere, dobbiamo giocare col veleno, il coltello tra i denti, e pensare che per noi è una finale, per noi alla fine c'è la Champions, se vinciamo alla fine ci consegnano la Champions".
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