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Nel giro di appena sei giorni una rimonta subita rimediando due reti nei minuti di recupero e un clamoroso ribaltone da 0-2 a 3-2 che è stato cancellato, ancora una volta nei minuti di recupero, dal var. Non è semplice essere tifosi del Lecce, ma essere tifosi di questo Lecce che fronteggia a testa alta le big della Serie A non può che essere motivo di orgoglio. 

La partita con il Milan, dal punto di vista tecnico, va analizzata in due fasi. I primi due terzi di gara un Lecce a tratti troppo brutto per essere vero. Una squadra sfilacciata, disattenta, che in mezzo al campo ha lasciato buchi e praterie nelle quali i rossoneri sono andati a nozze. Il bilancio di questo blackout prolungato è stato di un gol di Giroud, un gol di Reijnders, un palo dello stesso Reijnders e un altro paio di occasioni pericolose. Ad un certo punto però è sembrato quasi apparire un segno del destino: fra le nuvole cariche di piogge che hanno inzuppato il Via del Mare sul finire del primo tempo ha iniziato a farsi pian piano largo il sole e il cielo si è dipinto con un bellissimo arcobaleno colorato. 

Di colpo, grazie anche alle sostituzioni di D’Aversa, il Lecce ha iniziato a girare. Serviva un episodio per riaprire la partita e lo ha pescato dal cilindro Sansone, che si è avventato sul secondo palo dopo una spizzata di testa di Blin in una situazione da calcio d’angolo e ha scagliato in rete il suo primo gol in giallorosso. Il movimento che fa sul secondo palo fa capire la grandezza, l’importanza, l’intelligenza del giocatore ex Bologna. D’altronde non si arriva a fare 40 gol in Serie A per caso. Contro il Milan proprio Sansone ha rappresentato il carico di dinamite che ha fatto saltare per aria la difesa avversaria. Anche in occasione del secondo gol, è lui che recupera il pallone ed è lui che serve Banda, che infila la sfera in buca d’angolo. E poco dopo sempre Sansone ha sfiorato il 3-2 colpendo il palo di testa. 

A quel punto, da una parte c’era un Milan alle corde, come un pugile suonato, dall’altra parte invece un Lecce ringalluzzito e carico di energie che sentendo l’odore del sangue provava ad andare a caccia della vittoria. Una vittoria che alla fine avrebbe meritato per la grande reazione dimostrata, una vittoria che sul campo sarebbe anche arrivata, come ha detto poi D’Aversa. Commentare l’episodio del 3-2 di Piccoli è poi veramente difficile. Resta la giocata, resta il gran tiro dalla distanza, la corsa di tutta la squadra sotto la curva, il Via del Mare festante. Resta però anche l’urlo di gioia strozzato in gola. Sarebbe stata una serata magica, finirà per essere ricordata come la serata della magia del calcio spezzata dall’intervento del var, per parafrasare le parole del presidente Sticchi Damiani. 

Il Lecce avrebbe meritato 6 punti fra Roma e Milan, ha finito però per portarne a casa solo uno. Bisogna però valorizzare e ripartire da tutto quanto di buono messo in mostra. Dalla reazione contro la squadra rossonera, dalla splendida rimonta malgrado il clamoroso epilogo. A tal proposito, quello conquistato contro la squadra di Pioli è il settimo punto ottenuto recuperando una situazione di svantaggio. Il Lecce, questo Lecce, non molla mai. Grazie al coraggio e alla voglia dei suoi interpreti. Si è detto di Sansone e di Piccoli, meritano gli elogi anche Gonzalez e Blin, che in mezzo al campo hanno messo fosforo e qualità nella tambureggiante mezz’ora conclusiva. Merita anche una considerazione Dorgu, riscattato in estate per 200 mila euro dal Nordsjaelland. Già un anno fa in Primavera lanciava evidenti segnali di grandezza, contro il Milan ha giocato una partita sontuosa, la sua migliore della stagione. Lo seguono già Barcellona e Liverpool. A goderselo però è il Lecce.

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