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Non immaginavamo una semifinale d’andata così. Giocata senza voglia, grinta, volontà di portare a casa un risultato positivo che, nonostante le qualità dell’avversario, era alla portata.

Non ci aspettavamo questo Lecce ma dopo 10 minuti era tutto chiaro: i giallorossi non hanno preso il volo per il Veneto e sono rimasti nel Salento, altrimenti non si spiega questo atteggiamento.

Inutile fare nomi, dire che quello ha giocato peggio di quell’altro, perché la squadra non ha reagito nel complesso ed è uscita fuori solo a causa del naturale calo fisico degli avversari che, in ogni caso, non hanno sofferto ed anzi hanno più volte rischiato di segnare la seconda rete.

Il Lecce ha perso 4 delle ultime 5 gare e basterebbe questo per fotografare il momento della formazione di Corini. Non sembra un problema di condizione fisica, ma semplicemente un blocco mentale, come se la squadra giocasse con il freno a mano tirato, fermata dai troppi pensieri che frullano nella testa di tutti e 11 giocatori in campo. 

Quest’anno il Via Del Mare è stato “nemico” dei giallorossi e proprio i punti persi in casa sono costati la promozione diretta a Mancosu e compagni. Senza pubblico il fattore campo viene accantonato, ma vogliamo sperare che la compagine salentina possa sfruttare il proprio terreno di gioco per disputare una partita cazzuta, quella che serve per ribaltare il risultato.

Forse molti giocatori ancora non hanno ancora capito bene l’amore che si respira nel Salento per quella maglia e per quei colori. Il Covid non ha permesso ai nuovi arrivati di comprendere quanto la nostra tifoseria faccia la differenza e quanto il nostro stadio pieno possa spingere chi è in campo a dare qualcosa in più. 

I processi e la disamina della stagione, nel caso, si faranno da venerdì. Ora conta solo restare uniti, lasciare la squadra isolata e non pensare al domani. C’è una semifinale da riportare sui binari giusti e lo stesso pensiero delle 20:44 di ieri ci fa compagnia nella giornata di oggi: questo Lecce può farcela. 

 

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