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Gabriel Strefezza è alla sua terza stagione con la maglia del Lecce. Arrivato nel 2021 dalla Spal per qualche “spicciolo”, in questi ultimi anni si è visto notevolmente aumentare il proprio valore di mercato, offrendo spesso prestazioni di assoluto livello e giocate d'immancabile qualità. Il primo anno, in Serie B, assieme a Coda formava una delle coppie di attacco più invidiate dell'intero torneo. In particolare, l'italo-brasiliano realizzò ben 14 reti, alcune delle quali di pregevolissima fattura (come quella contro il Parma, a un certo Buffon, al Via del Mare che tutti noi ancora oggi ricordiamo con immenso piacere) che condussero la squadra, dell'allora tecnico Baroni, a una memorabile promozione nel massimo torneo. 

Anche lo scorso anno è stato tra i protagonisti della salvezza dei giallorossi, contribuendo al raggiungimento dell'obiettivo, realizzando 8 reti e risultando il migliore tra i suoi compagni. 

Quì nel Salento, oramai, è un vero e proprio beniamino e la partenza di Hjulmand in estate, ha comportato un aumento considerevole delle proprie responsabilità all'interno dello spogliatoio, dovendo con onore e senso di appartenenza, indossare attorno al braccio la fascia da capitano dei colori che giornalmente rappresenta.  

Gabriel Strefezza contro il Parma

Il senso di dovere e di consapevolezza nei confronti di questa piazza, è stato messo alla prova durante la stagione sportiva in corso: l'arrivo di Almqvist, sulla corsia di “sua” appartenenza, ma anche l'esplosione definitiva di Banda e l'innesto dell'esperto Sansone in rosa, vedono costantemente diminuire nei suoi riguardi una certa frequenza di minutaggio in mezzo al campo, specie se si considera la presenza del compagno svedese che si diverte a sfrecciare sulla fascia, seminando il panico tra le difese avversarie.

Mai una parola di troppo, sempre al proprio posto da vero capitano ma soprattutto uomo-simbolo di questa città, di chi è perfettamente al corrente circa l'importanza del contesto in cui si trova. E allora, aspettare sempre il giusto momento per incidere, per non deludere le aspettative, per dimostrarsi all'altezza.

Poi per carità, in questa stagione non ha mai saltato una partita con ben 13 presenze all'attivo, tra campionato e Coppa Italia, e 2 gol ma non sempre dal primo minuto e certamente, non sempre in una posizione a lui “gradita” per caratteristiche fisiche e potenziale tecnico. 

Ma nonostante ciò, in qualsiasi ruolo dell'attacco, ha sempre cercato di adattarsi, dando il massimo per supportare i compagni. Nelle primissime uscite, lo abbiamo visto al centro del reparto, nel ruolo di prima punta, quasi da falso nueve, per colmare il vuoto, ancora lasciato da Krstovic e Piccoli. Tanto spirito di sacrificio ma appena possibile, si è sempre reso pericoloso, insidiando le difese avversarie.

Nel periodo di assenza di Banda, invece, ha ricoperto il ruolo di esterno di attacco sulla corsia di sinistra, quella opposta rispetto alla sua “naturale” nella quale solitamente impiegato, e sebbene non sia mai riuscito a trovare la via del gol, non è mancato il suo apporto alla squadra, tentando dribbling e giocate rischiose.

Strefezza contr il Sassuolo

Adesso sarà interessante rivederlo nella posizione a lui preferita nella prossima sfida di campionato contro il Milan, considerando l'infortunio di Almqvist. A giocarsi la maglia da titolare ci sarà anche Sansone ma gli occhi, inevitabilmente, ricadranno sul giocatore in maglia 27 che rimane il primo indiziato per sostituire il ragazzo svedese. 

Ci si aspetta sempre tanto, come giusto che sia, da un giocatore con le sue qualità e sicuramente la partita contro i rossoneri, probabilmente proibitiva e delle più ostiche, rappresenta un interessante banco di prova per vederlo all'opera. La speranza è quella che, in un momento complicato come quello che attualmente vive l'intero ambiente salentino a secco di vittorie da diverso tempo a questa parte, possa “accendersi” con una delle sue solite fiammate per insidiare la retroguardia nemica, risultando decisivo; la certezza, però, per tutti i tifosi sarà quella di vedere in campo il massimo impegno e dedizione, da parte del ragazzo, per sollevare i propri compagni, svoltando in meglio quest'ultimo, deludente periodo d'insuccessi. Da vero leader. Da vero capitano.

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