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Una svolta epocale per la tutela degli arbitri arriva con il nuovo decreto sport, presentato dal ministro Andrea Abodi e approvato ieri in Consiglio dei ministri. Da oggi, chi aggredisce un direttore di gara rischia pene severe: le lesioni agli arbitri sono equiparate a quelle inflitte a un pubblico ufficiale, come un poliziotto, con pene che vanno da due a cinque anni di reclusione, e che possono salire fino a dieci o sedici in caso di lesioni gravi o gravissime.

Il reato è ora formalmente inserito nel codice penale, attraverso una modifica all’articolo 583-quater, che diventa: "Lesioni personali a un ufficiale o agente di polizia giudiziaria o di pubblica sicurezza nell’atto o a causa dell’adempimento delle funzioni, nonché agli arbitri e agli altri soggetti che assicurano la regolarità tecnica delle manifestazioni sportive, a personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria e a chiunque svolga attività ausiliarie a essa funzionali."

Il presidente dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA), Antonio Zappi, ha definito l’approvazione una «legge storica», sottolineando il valore simbolico e politico della riforma: «Sto provando una grande gioia ed emozione per l’approvazione di questa legge storica. La tutela degli arbitri entra finalmente nel codice penale ed è il frutto di mesi di lavoro e di incontri con i quali abbiamo portato all’attenzione politica e mediatica questa emergenza sociale».

L’aggressione agli arbitri diventa così un reato perseguibile d’ufficio, e sebbene l’arresto rimanga facoltativo, la norma rafforza in modo deciso la tutela della categoria e lancia un messaggio chiaro: la violenza non è tollerabile, nemmeno sui campi di provincia.

Zappi ha voluto ringraziare il ministro Abodi, il Governo e tutte le forze politiche che hanno sostenuto la proposta: «Questa è una grande battaglia di civiltà. Insieme alle misure repressive, la violenza dovrà tuttavia essere ancora combattuta anche con misure culturali e progetti formativi che, unitamente a tutte le componenti federali che hanno a cuore la tutela dei nostri ragazzi e anche con il nuovo Osservatorio antiviolenza della FIGC, l’AIA sicuramente metterà in campo».

La riforma rappresenta dunque un primo passo importante nella lotta alla violenza negli stadi e nei campi sportivi, un fenomeno purtroppo in crescita soprattutto a livello dilettantistico e giovanile.

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