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Ricordarvi quanto sia stata dura la Serie C oggi, in una domenica estiva da passare stravaccati nell’acqua del mare salentino, non ci va. Scusateci, però, se in quello che stiamo per scrivere c’è tanto di quelle stagioni. Vi assicuriamo che abbiamo scelto solo il bello, il piacevole, quello che tutti ricordiamo con il sorriso sulla bocca ed i brividi lungo la schiena. 

Il gol di Colombo contro il Monza ha rappresentato un momento magico, una scarica di adrenalina fortissima, che racconteremo ai nostri figli, nipoti e cercheremo di tramandare per generazioni. Eppure c’è stato un gol, uno segnato in Serie C, diversi anni fa, che ci ha fatto vivere sensazioni analoghe, anche se in quel giorno non si è festeggiata nessuna salvezza o promozione. 

Il 21 gennaio del 2018 Matteo Di Piazza ha segnato una rete fantastica nello scontro diretto tra Lecce e Catania, riportando il punteggio in parità al minuto '65, dopo il momentaneo vantaggio siglato da Francesco Lodi nella prima frazione di gioco.

L’attaccante siciliano, entrato da poco, ha messo in mostra tutte le sue caratteristiche. Prima ha ricevuto palla spalle alla porta da Mancosu. Poi, ha puntato il suo avversario, lo ha superato in velocità ed, infine, ha freddato il portiere rossoazzurro, con un tiro preciso ed all’angolino.

Il Via Del Mare, i 20000 del Via Del Mare, sono impazziti di gioia, generando un boato difficile da dimenticare. Matteo ha esultato alla sua maniera, sfilandosi la maglia e sfidando il pubblico sugli spalti, con le mani sulle orecchie quasi a dire “non vi sento”.

Oggi lo abbiamo intervistato per voi e ci ha raccontato cosa hanno significato per lui quel gol e tutta l’esperienza vissuta nel Salento con addosso la maglia giallorossa: 

“Al Lecce penso spesso e quasi mi viene da piangere. Ho vissuto una stagione bellissima, ho dei ricordi magnifici e sento mia anche la promozione dell’anno seguente, seppur non ci fossi. Il gol al Catania lo ricordo bene, un boato pazzesco. Non ho mai giocato in A ma ho giocato e segnato in uno stadio che lo era. Venivo da un mese e mezzo in cui ero stato infortunato, avevo una voglia matta ed appena ho visto lo spazio l’ho sfruttato, è andata bene. Ci giocavamo il campionato e quella rete è stata fondamentale per il proseguo della stagione”.

Ricordi bellissimi dicevamo ed anche rapporti umani rimasti intatti nel tempo, nonostante la distanza:

“Il presidente Sticchi Damiani lo sento ancora, così come tanti miei compagni, che ho ritrovato anche in campo da avversari. Mister Liverani? Vi svelo un retroscena: io e lui ci siamo visti prima che iniziasse il ritiro nell’estate seguente alla promozione in B. Non penso sia stato lui a non volermi a Lecce, anzi credo che lui avesse voglia di darmi una possibilità anche in cadetteria”

Matteo Di Piazza lo ha detto sopra e nelle sue parole si percepisce un pizzico di rammarico per una massima serie che non è riuscito mai a disputare: 

“Credo che le qualità per giocare in Serie A ci fossero. Sono convinto, però, che mi abbia penalizzato il mio carattere. Sono molto vero e diretto e questo nel calcio non sempre è un bene. Dire la verità ad ogni costo a volte porta a risultare scomodo per più di qualcuno ma io sono fatto così e non cambio".

Nonostante quest’anno sia stato impegnato nel campionato di Serie D, Di Piazza ha seguito i giallorossi ed ha festeggiato la salvezza conquistata a Monza:

"Ho festeggiato la salvezza del Lecce, chiaro. Seguo tutte le mie ex squadre e sono felice se rendono fieri i loro tifosi. La piazza salentina è calda e calorosa e merita tutto quello che sta ottenendo in questi anni. Della squadra dello scorso anno conosco Baschirotto per averci giocato contro in C. Lui è la dimostrazione che il lavoro paga. Zaccardo, mio ex compagno al Vicenza, me lo diceva sempre: “Non serve essere fenomeni, serve avere la testa giusta e sfruttare il treno che ti può portare lontano”.

Matteo quel treno lo ha preso e non ha ancora voglia di scendere. È giovane e sente di poter dare tanto al mondo del calcio: 

"Quest’anno ho giocato in D soprattutto per motivi famigliari. Lo scorso anno ho perso una semifinale play off ma spero di vincere ancora. Il mio obiettivo è quello di giocare ancora per parecchio tempo, poi voglio comunque rimanere nel calcio. È questo il mio mondo”.

Una piacevole chiacchierata e tanti ricordi con uno dei protagonisti della promozione in B con Fabio Liverani, una cavalcata che ancora, a distanza di ormai 5 anni, ci regala emozioni forti. Perché la Serie A è bella, ma scappare da quell’inferno è stato liberatorio per davvero. 

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