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Sentivate anche voi il profumo nell'aria di polemica? Ah, no?! Strano. Perché ogni anno, da almeno 20 anni, il Lecce presenta le maglie da calcio con tre modelle ed ogni anno, immancabilmente, qualche giornalista locale solleva una polemica, piccolissima, sull'opportunità di utilizzare calciatori o quanto meno dei modelli maschi. Il motivo? Semplice: la presentazione di una maglia da calcio non dovrebbe solo mostrare la grafica o la texture, ma anche la vestibilità sul corpo di chi la indosserà e cioè un uomo. Ma questo solo perché ai tifosi, almeno fino ad ora, interessa essenzialmente il calcio maschile.

Ma non è questa la polemica di cui volevamo parlarvi. Piuttosto volevamo analizzare il tweet di Rosa D'Amato, "europarlamentare spartana" si legge nella sua biografia su Twitter, e tra le tante aree di interesse, come pesca, sviluppo regionale e delegazione Palestina, anche quella LGBT. Si occupa di tutto insomma, anche delle maglie dei giallorossi. Oggi la polemica riguarda proprio il fatto che a presentarle siano state tre modelle. Tre donne.

Lo scrive citando anche Ignazio Corrao, altro europarlamentare italiano, evidentemente nella speranza che arrivino rinforzi su un argomento che ella stessa ha reputato essere sterile. 

Oramai il sessismo è diventato un'ossessione e sfuggire a tale ossessione è difficile al punto da perdere il contatto con la realtà e vederlo ovunque. 

Dove ha toppato la D'Amato? Fondamentalmente nel fare sessismo al contrario. Nel non pensare al fatto che esiste anche il calcio femminile. Perché non delle ragazze visto che oramai tutti i club professionistici hanno anche la squadra femminile che indossa le stesse maglie degli uomini? 

La polemica ci stava tutta, ma non per le motivazioni portate dalla nostra europarlamentare. In effetti, come detto all'inizio, sarebbe più utile che i modelli fossero sia uomini che donne affinché si possa intuire la vestibilità su entrambe le tipologie di atleti. 

Il resto è (para)noia. 

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