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Una scossa di adrenalina. Se due stagioni fa ci avessero chiesto di descrivere Pablo Rodriguez in campo, avremmo risposto così: una scossa di adrenalina. 

Lo spagnolo entrava, creava scompiglio, faceva gol e elettrizzava ogni partita del Lecce. Il classe 2001, nella Serie B vissuta con Corini, ha rappresentato l’arma del tecnico lombardo nei secondi quarantacinque minuti e, soprattutto, una valvola di sfogo per tutti i tifosi giallorossi che non potevano andare allo stadio e si entusiasmavano sul divano di casa grazie alle giocate di questo giovanissimo attaccante dal ciuffo ribelle. 

Nonostante due anni fa il suo esordio sia avvenuto tardi, a dicembre contro il Vicenza, a fine stagione lo spagnolo poteva vantare 6 gol e tante ottime prestazioni. Alcune reti sono arrivate grazie al suo fiuto da bomber mentre altre hanno messo in mostra le sue qualità. Su tutte, impossibile non citare la perla siglata in contropiede al Matusa di Frosinone: un pallonetto dolcissimo dopo una corsa in contropiede che ha lasciato sul posto tutti i difensori ciociari. 

Lo scorso anno il Lecce ha deciso di puntare su un nuovo allenatore e su un nuovo sistema di gioco: il 4-3-3. Ecco, da quel momento Pablo Rodriguez non ha avuto pace e non ha più rappresentato la scossa di adrenalina della quale parlavamo prima. Il suo modo di giocare non è adatto a questo sistema di gioco, eppure Baroni e Corvino hanno provato in tutti i modi a convincerlo che anche questo modulo avrebbe potuto esaltare le sue caratteristiche.

Pablo ha giocato da esterno, ha segnato due gol contro Alessandria ed Ascoli, ma non ha mai brillato in quella posizione. Per giocare da laterale offensivo in questo Lecce devi sacrificarti parecchio anche in fase difensiva e l’attaccante classe 2001 non è sembrato mai disposto ad arare la fascia su e giù come fanno i suoi colleghi di quella porzione di campo.

In estate la dirigenza ha provato a mandarlo in prestito in cadetteria. Una stagione da protagonista in Serie B avrebbe potuto fargli bene, permettergli di maturare e di ritornare nel Salento con un’altra consapevolezza. Pablo Rodriguez, però, di comune accordo con il suo agente, ha respinto tutte le offerte (avrebbe preso in considerazione solo proposte dalla Serie A che però non sono arrivate) ed ha deciso di giocarsi le sue carte nella massima serie con la maglia giallorossa, pur sapendo di essere indietro nelle gerarchie di Baroni.

In queste prime 18 partite, l’allenatore toscano lo ha utilizzato con il contagocce e mai dall’inizio. Spesso lo ha inserito proprio per provare a dare una scossa alla squadra ma Rodriguez non ha fatto la differenza. 

Adesso Brescia. Questa volta Pablo ha accettato la B pur di ritornare a giocare. Alla sua età, quando ancora non si è dimostrato nulla, è fondamentale scendere in campo con continuità e dimostrare il proprio valore. Finalmente lo ha capito ed ora ci auguriamo che con le Rondinelle avvenga la sua definitiva esplosione. Per il Lecce, per tutti i suoi estimatori ma soprattutto per lui: un calciatore con grandi qualità, molte delle quali ancora da scoprire. 

 

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