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Il calcio italiano ha bisogno di tante, forse troppe, riforme per  cercare di avere nuovamente una credibilità importante a livello  internazionale. Dalla moda del mercato estero con i settori giovanili che si impoveriscono ad una vera e propria rivoluzione in ambito  femminile. Le calciatrici da anni, accompagnate e sostenute dalla Lega Nazionale Dilettanti di Cosimo Sibilia, sta lottando per ottenere una promozione  istituzionale, quindi con l'accesso della Serie A nel mondo del professionismo. Una riforma che permetterebbe alle calciatrici di avere gli stessi diritti, sotto tutti i punti di vista, quindi anche  salariale, e di non dover rinunciare al loro sogno per mantenersi e  sopravvivere in un Paese che va impoverendosi sempre di più. La battaglia si è allargata e ha coinvolto anche la Nazionale Italia ora  impegnata nei mondiali, che ha chiesto a gran voce la stessa  considerazione economica della Nazionale maschile. Il primo passo quindi sarebbe quello di riconoscere loro la categoria professionistica e per farlo l'Italia dovrebbe adottare la stessa  riforma adottata nei mesi scorsi in Brasile. La federazione del paese verdooro infatti ha introdotto l'obbligo di costruire un settore  femminile alle squadre partecipanti al Brasilerao, il massimo  campionato brasiliano. Pena l'esclusione del club. Non è un caso, quindi, che la Nazionale brasiliana sia tecnicamente superiore a molte  altre nazionali. Un importante passo avanti per il calcio italiano  potrebbe essere proprio questo. "Nei settori giovanili, nelle scuole  calcio è già alta la percentuale di bambine che si avvicinano a questo  sport - commenta il manager sportivo Alessio Sundas - Credo che  istituire un settore di calcio femminile sin dai primi calcio sarebbe  una svolta importante anche per la federazione che con i fatti si  metterebbe al fianco delle calciatrici. Rendere la Serie A femminile  una categoria professionistica è la migliore risposte alle tante,  troppe critiche e offese da parte di gente che non vede di buon occhio  le nostre campionesse. Io sono un fautore del calcio femminile  -aggiunge Sundas- e credo che bisogna compiere un concreto passo  avanti. Sono già tante le squadre organizzate, per le società di Serie  A basterebbe semplicemente accordarsi con loro e creare una  collaborazione alla stregua di quanto si fa in Brasile".
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