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Vincere non è facile, ripetersi è ancor più difficile.

Riuscirci poi a quasi vent'anni di distanza è una sfida ardua. Ma Pantaleo Corvino vive di sfide e in esse trova gli stimoli per continuare a stupire. Aveva lasciato il Lecce nel 2005, dopo una salvezza in Serie A. E' ritornato nel Salento nell'estate del 2020 e oggi ha messo la firma su un'altra salvezza, a 18 anni di distanza dall'ultima volta. 

Sembra passata quasi un'eternità da quell'agosto del 2020, quando il dirigente di Vernole tornò dietro la scrivania in Via Costadura, chiamato a tracciare un progetto che percorresse due binari paralleli: la patrimonializzazione del club da un lato e la conquista dei risultati sportivi dall'altro. Il tutto mantenendo l'equilibrio nei conti del bilancio societario. 

Il progetto triennale che fu varato ha bruciato le tappe. I risultati degli ultimi tre anni sono stati straordinari. Nella prima stagione la promozione in Serie A è sfumata soltanto in semifinale playoff (dopo un campionato di vertice), mentre la Primavera è riuscita a centrare il passaggio in Primavera 1. Nel secondo anno, invece, è arrivata la vittoria del campionato di Serie B e la salvezza in Primavera 1. Il terzo anno, quello che si avvia alla conclusione, è quello dell'apoteosi: salvezza in Serie A per il Lecce e Primavera dominatrice della regular season, in attesa della lotteria dei Playoff. 

Corvino si è messo in gioco, dando la sua impronta al progetto in essere, correndo rischi calcolati e tracciando la via che ha portato man mano ai successi appena richiamati. La sua lungimiranza ha trovato terreno fertile nella visione di calcio di una società modello, come quella strutturata dal presidente Saverio Sticchi Damiani. Una società che predilige la programmazione alla estemporaneità, che promuove un calcio sostenibile, con sforzi economici importanti ma oculati. “Un grande progetto di calcio”, come lo ha definito lo stesso presidente in una recente conferenza. E i risultati depongono in tal senso. 

Corvino è riuscito a ripetersi nella sua specialità: scovare il talento allo stato embrionale con il potenziale per diventare talento conclamato. Alcuni colpi sono andati oltre le più rosee aspettative, qualcuno invece non ha reso per quanto sperato. Ma d'altronde nel calcio, così come nella vita, sbaglia solo chi fa e il margine d'errore è da mettere in preventivo. Il Lecce che ha ottenuto la salvezza è un mosaico costruito tassello per tassello nel corso delle ultime tre stagioni. Morten Hjulmand è arrivato nel gennaio del 2021 per una cifra vicina ai 100 mila euro, oggi è il capitano più giovane della Serie A e ha un valore di mercato che supera i  15 milioni di euro. Nell'estate del 2021 sono arrivati Valentin Gendrey e Gabriel Strefezza, entrambi sono costati al Lecce complessivamente 800 mila euro. I due hanno costituito la catena indissolubile di destra  che ha centrato prima la promozione e poi la salvezza in Serie A, e per entrambi il valore di mercato è schizzato alle stesse. Nella scorsa estate, per circa 300 mila euro, Corvino ha pescato Federico Baschirotto dall'Ascoli. Un acquisto passato quasi sottotraccia, che un anno fa non fu immune da critiche. Ma il tempo ha dato ancora una volta ragione al dirigente di Vernole, perché Baschirotto ha chiuso la stagione ottenendo la convocazione nella Nazionale italiana dopo essere stato uno dei migliori difensori per rendimento della Serie A. E sempre restando in tema difensori, come non parlare di Samuel Umtiti? Corvino ha dimostrato non solo di saper scovare il talento ancora inespresso, ma anche riuscire a pescare il talento sopito per metterlo nelle condizioni di sbocciare nuovamente. Il francese è stata una brillante operazione dal punto di vista tecnico ma anche economico: un investimento che è pesato sulle case del club per circa 800 mila euro e che ha permesso ai tifosi di vedere in maglia giallorossa uno dei centrali più forti al mondo dell'ultimo decennio.  

Corvino, assieme al d.s. Stefano Trinchera, alla società e al gruppo squadra, non ha lesinato sforzi per riportare il Lecce sui grandi palcoscenici della Serie A e garantire la permanenza nella categoria. Lo ha fatto senza mai perdere di vista l'obiettivo: troppo grande la voglia di regalare al popolo salentino una gioia così grande come la salvezza. Ci è riuscito lavorando per il presente e per il futuro. Il Lecce di domani infatti è già qui, e lo testimoniano i risultati straordinari di una Primavera che è tornata ad essere “dei miracoli”, così come nell'epoca d'oro della prima gestione Corvino. 

La salvezza è un piccolo capolavoro di scouting, gestione oculata delle risorse economiche e convinzione nel portare avanti il proprio modello di calcio. Un altro traguardo straordinario nel lunghissimo palmares di Corvino. In molti, appena dieci mesi fa, non avrebbero scommesso sulla permanenza in serie A di una squadra quasi interamente composta da debuttanti, la più giovane della massima serie. Ma il tempo, si sa, dà sempre ragione alle idee vincenti. 

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