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Checco Lepore, ex capitano del Lecce, ha rilasciato una lunga intervista a Cronache di Spogliatoio dopo la promozione in Serie B ottenuta con il suo Lecco. Ecco di seguito le sue parole: 

LA MORTE DEL PADRE 

“La prima cosa fu correre in camera e abbracciare le scarpette da calcio che mi aveva regalato qualche giorno prima. Ricordo che pensai: ‘Ti prego non andartene, devo farti vedere come so giocare a pallone’”. 

PLAYOFF

“Ai playoff ci hanno sempre dato per vinti. Gli unici a crederci siamo sempre stati solo noi. L’ho detto anche ieri nel discorso prepartita ai miei compagni. Lo dovevamo a noi stessi, per tutti i sacrifici fatti durante l’anno”.

PROMOZIONE

“È stato bellissimo vincere davanti a tutta quella gente. È stato però ancor più speciale ricevere, subito dopo la partita, a mezzanotte, la chiamata del dottor Galliani. Mi ha chiamato da Villa San Martino, casa del Presidente, per dirmi che aveva seguito la partita ed era felicissimo per me». 

BERLUSCONI

“Era un visionario. Un uomo di altri tempi. Io ho avuto la fortuna di condividere momenti con lui grazie alla mia esperienza a Monza. Tuttora, spesso mi tornano in mente i grandi discorsi che ci faceva negli spogliatoi, nel prepartita. Eccezionali. Sapeva toccare le corde giuste, per farci concentrare al massimo e, allo stesso tempo, era in grado anche di sdrammatizzare il momento, di smorzare la tensione”.

CAMPIONATI VINTI 

“Il più speciale per me sarà sempre quello di Lecce. Da capitano, nella squadra della mia città, quando, dopo sei anni di Lega Pro, tornammo in B. La vittoria di quest’anno però avrà sempre un posto speciale nel mio cuore. Inaspettata. Arrivata a 37 anni, con tre gol in finale. Questa squadra la sentivo ‘mia’; i ragazzi mi hanno sempre seguito e questo mi ha dato responsabilità e determinazione per continuare a dare il massimo”. 

PASSATO E GAVETTA

“A 18 anni mi trasferì alla Virtus Castelfranco, in Emilia Romagna, lontano da casa. Gli allenamenti iniziavano alle 19 di sera. Per passare le mie giornate iniziai a lavorare otto ore al giorno in una fabbrica dove producevano supporti di plastica per saponette. Poi tornavo a casa per riposarmi e di nuovo fuori per andare ad allenarmi. Vivevo in un garage adibito a casa ma non mi sono mai lamentato anzi, oggi ricordo con piacere quel periodo. Quei momenti difficili mi sono serviti per imparare a dare il giusto valore alle cose. Non ho mai dato niente per scontato e ciò che ho ottenuto me lo sono guadagnato col sudore”.

LE PAROLE DI STICCHI 

“Sei un orgoglio leccese. Questo è ciò che mi ha scritto Sticchi Damiani, presidente del Lecce e leccese come me”.

PREPARAZIONE ED ATTENZIONE

“Da anni mi affido a grandi professionisti del settore dell’alimentazione e della preparazione atletica. Il primo è stato Tiberio Ancora, che ha affiancato Antonio Conte in nazionale, al Chelsea e alla Juventus. In seguito, dopo averlo conosciuto a Monza, mi sono affidato al dottor Sorrentino; gli mando sempre i miei esami del sangue e lui mi aiuta a correggere i valori che non vanno bene. Insieme a lui, oggi, anche il preparatore Renato Bustelli è di fondamentale aiuto per me. Mi piace chiedere molti consigli e quest’anno gli ho chiesto aiuto per preparare al meglio i playoff. Faccio anche pilates una volta a settimana e mi aiuta tantissimo a stare bene. Da giovane la vedevo in modo diverso; pensavo di poter e dover giocare esclusivamente nel mio ruolo. Più avanti sono maturato e ho capito che la disponibilità tattica è un fattore importantissimo per la crescita di un giocatore. Un giocatore duttile è una risorsa per la squadra e per l’allenatore e quindi io in questi anni mi sono dedicato anche a questo. Ho cercato di farmi trovare sempre pronto, a prescindere dalla mia posizione”.

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