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di Donato Francesco Bianco Questa che vi racconto è una storia quasi VERA tra due vecchi amici in un luogo fatato chiamato Salento. Il primo, un GALLO residente in una fattoria che spesso si faceva goliardicamente beffa DELL’ORCO che stazionava attorno ad un laghetto sopra la valle, in compagnia di un vecchio FALCO. Gli abitanti del luogo era soliti festeggiare spesso ogni singola ricorrenza. Tra falò e CALDERONI pieni di stufato, il profumo arrivava nelle contee vicine DA SILVA a LO FASO, ammaliando anche i cittadini di LAPADULA. Una mattina come tante, il GALLO avvertì la valle dell’inizio della giornata ma lo fece ad un orario insolito. I DUBICKAS iniziarono ad insinuarsi nella mente dei cittadini e DELL’ORCO. Seduto su di un PETRICCIONE, iniziò a scorgere il cielo, MAJER aveva visto il sole così alto mentre il GALLO ne annunciava l’inizio. Cercò di scorgere la vecchia ruota del mulino ed osservando meglio, vide che il PIERNO che la faceva ruotare non cigolava, la ruota era ferma ed il mulino non macinava il grano. Era davvero un orario insolito. Si rimise in piedi e cercò di comprendere meglio quello strano comportamento. Dopo molto tempo che discendeva la valle, ebbe un BLEVE incontro con il folletto GABRIEL che con se portava un po’ di miele appena prodotto con le sue mani e offrendogli un vasetto, esternò anche lui le perplessità su un tale comportamento. Fatto fuori il vasetto in un solo boccone, l’espressione DELL’ORCO apparve tutto un sorriso e salutando il folletto, riprese il suo cammino rinVIGORITO. Il fondo della valle era ormai vicino, si poteva intravedere anche il GALLO che correva come un pazzo nell’aia sottostante, il tutto sotto lo sguardo sempre più incredulo del FALCO che già stazionava sopra il tetto della casa. Giunto in loco, sentì il GALLO proferire parole senza senso: IMBULA, IMBULA, SHAKOV, SHAKOV, IMBULA, IMBULA, SHAKOV, SHAKOV. Gli occhi del GALLO apparvero stregati, avevano i contorni tutti ROSSETTINI e si dimenava come un pazzo, era preso da attacchi di TACHTSIDIS in tutto il corpo. Gli occhi DELL’ORCO non potevano credere alla scena che si poneva davanti, MANCO-SU Vojager aveva visto un tale spettacolo durante l’episodio che riguardava l’antica tradizione della pizzica salentina, guardò il FALCO, gli fece un cenno e quest’ultimo si procurò una tanica di BENZAR, prese due FIAMOZZI, pose della legna sull’aia del cortile e accese un fuoco. Dall’alto il FALCO, fece cadere LA MANTIA sul capo del GALLO, quest’ultimo preso in trappola, iniziò a BABACAR nuove parole senza senso: FARIAS, CHIRONI, TABANELLI, FARIAS, CHIRONI, TABANELLI, FARIAS, CHIRONI, TABANELLI guardando il MECCARIELLO, un punto cardinale preciso ad indicare la provenienza e patria di Maometto. Tanto clamore, fece accorrere le genti da ogni luogo. Tra poveretti e RICCARDI, dai paesi confinanti era giunta ogni classe sociale. Il sole aveva già varcato la linea del tramonto e dei LUCIONI emanati dalle lampade a petrolio avevano iniziato a rendere l’atmosfera unica. Tutto ad un tratto il GALLO, smise di dimenarsi, uno sguardo DELL’ORCO fece cenno al FALCO di togliere LA MANTIA dal capo del povero pennuto. Il volto triste e MELUSO dal non essere stato capito era eloquente. Fu in quel moneto che la voce DELL’ORCO si fece ferma e circondato da tutta la gente gli pose una sola domanda: in tanti anni che ti conosco non hai mai sbagliato un colpo nel dare la sveglia a tutti noi, RISPOLI alla mia domanda, oggi che motivo avevi di comportarti così? Il GALLO, dopo aver preso fiato, e guardandolo negli occhi rispose: ieri ho assistito alla chiusura del calciomercato, tanti nuovi nomi a disposizione di LIVERANI e purtroppo ho una certa età amico mio iniziando ad aver problemi con la memoria. E’ da ieri che provo a ripeterli per impararli durante le partite. Questa mattina come ogni mattina mi sono svegliato e ho chiamato in tanti anni per la prima volta AMORE la mia compagna. Lei mi ha guardato con occhi lucidi, si è spennata del tutto e ha voluto fare l’amore fino a tardi. Poi mi ha portato il caffè a letto e ho continuato a chiamarla AMORE, poi mi ha preparato un bellissimo pranzo e l’ho continuata a chiamare AMORE, dopo abbiamo preso assieme il the ed io sempre AMORE. Ad un certo punto il GALLO viene interrotto dalla mano DELL’ORCO che lo ferma e gli chiede: scusa ma non è un motivo per essere felici? In tutti questi anni? E’ bellissimo chiamare la propria compagna AMORE. Il GALLO: "E’ che mi son scordato ora come cazzo se chiama e se si accorge, DUMANCIC sono cazzi miei e mi ridurrà in tanti STICCHIni".
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