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In queste ore sui social, sia sotto i nostri articoli che sulle varie bacheche, si leggono commenti molto accesi da parte della maggior parte dei tifosi del Lecce. Molti di questi erano a Bologna mentre altri hanno visto la partita dal divano di casa. Le critiche sono rivolte a tutti: calciatori, allenatore e società, tutti colpevoli dopo una prestazione del genere. 

20000 abbonati rappresentano una grande responsabilità. Quando le cose vanno bene possono dare forza, infondere coraggio e caricare ancor di più un ambiente al quale basta una scintilla per infiammarsi. Al contrario, però, quando i risultati non arrivano, i tifosi che hanno investito il loro denaro in questo progetto diventano ancora più pesanti da gestire ed oltre alla delusione per la sconfitta si devono anche smaltire tutte queste critiche.

Ieri, vedendo foto e video del settore ospiti del Dall’Ara ci siamo emozionati. Anche noi eravamo a casa, ma in alcuni momenti sembrava fossimo lì allo stadio, insieme ai 4000 salentini che hanno cantato per tutta la partita ed onorato la loro fede fino al minuto ‘96 di una sfida deludente.

Prima del calcio d’inizio la squadra si è recata sotto il settore ospiti ed ha assorbito l’incitamento del popolo giallorosso, che ha provato a caricare così Hjulmand e compagni. Purtroppo, però, in campo, fin da subito il Lecce è sembrato scarico, nervoso e privo di idee. Insomma, tutto il contrario di quello che ci aspettavamo.

La gioventù ieri ha tradito ed anche i “senatori” di questa squadra non hanno brillato, con i soli due centrali di difesa che hanno disputato una partita sufficiente.

I tifosi che ieri erano al Dall’Ara c’erano e ci saranno anche altrove. Questa fede muove i corpi e le menti più di qualunque altra cosa e siamo certi che in tanti stanno già programmando le trasferte di Udine e Genova, le ultime di questo 2022. I giallorossi non devono scendere in campo per i tifosi o, meglio, non solo per loro. Giocare sempre davanti a 25000 spettatori al Via Del Mare e più di 3000 in trasferta deve rappresentare una gioia, un orgoglio, una responsabilità che si deve trasformare in voglia di regalare una soddisfazione a questa gente. 

Il Lecce c’è stato prima, c’è ora e ci sarà dopo questi giocatori e questo allenatore. Ma per rimanere impressi nella mente di questo popolo non serve per forza vincere, basta solo sudare la maglia. 

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