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Circa un anno fa, subito dopo l’amichevole disputata in Olanda contro l’Heerenveen, il Lecce ha deciso di “sacrificare” il centrocampista, con Corini all’occorrenza anche trequartista, Liam Henderson, cedendolo per circa 1.5 milioni di euro e compiendo una importante plusvalenza per le casse societarie.

I giallorossi, infatti, lo avevano prelevato nella stagione precedente dal Verona per 500 mila euro e quella cifra ricavata ha permesso alla società di Via Costadura di rinforzare la squadra e, soprattutto, di effettuare operazioni importanti per la Primavera, salvatasi poi nel massimo campionato di categoria.

Quella cessione è stata parecchio criticata in quel momento, dato che lo scozzese rappresentava uno degli elementi di sicuro affidamento della rosa giallorossa, ma alla fine si è rivelata giusta, perché ha permesso alla dirigenza di avere a disposizione un gruzzoletto ulteriore per definire trattative che altrimenti sarebbero sfumate.

In questa stagione, anche grazie alla promozione in Serie A, la situazione economica è diversa ma sappiamo bene che i dirigenti salentini sono sempre molto attenti al bilancio e prima di chiudere un affare guardano alla fattibilità dell’operazione, senza mai compiere il passo più lungo della gamba.

L’imminente cessione di Massimo Coda, bomber giallorosso delle ultime due stagioni, va guardata nella stessa ottica di quella di Henderson della passata stagione. Il centravanti due anni fa è stato portato nel Salento a parametro zero ed ora andrà via per una cifra che va dai 2 ai 4 milioni di euro, portando nelle casse del Lecce denaro sonante che potrà essere reinvestito per alzare la qualità della rosa giallorossa.

Certo, la sua partenza sarà un colpo al cuore per tutti i tifosi salentini, che hanno esultato 42 volte insieme all’Hispanico in due anni di Serie B. Purtroppo, però, abbiamo imparato che nel calcio moderno non esistono bandiere o calciatori simbolo e che il mercato è in continua evoluzione. Tra l’altro qui a Lecce si è sempre portato avanti con orgoglio l’ideale del “solo per la maglia”. Ecco, questo è il momento di dimostrarlo, perché i giocatori passano ma la maglia resta. 

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