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“Io mi dico che è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati”, cosi cantava Fabrizio De Andrè in Giugno ’73 e cosi, metaforicamente, cantano anche i tifosi giallorossi quando pensano all’addio di Ciccio Cosenza. Il difensore calabrese non è stato solo un ottimo giocatore. Lui, grazie alla sua forte personalità, ha interpretato meglio di chiunque altro la figura di leader dello spogliatoio, gestendo un gruppo di uomini e rendendolo sano e coeso. Il centrale difensivo è arrivato nel Salento dalla Pro Vercelli con il chiaro intento di portare questa squadra in Serie B. Le prime due stagioni sono state buone dal punto di vista delle prestazioni ma negative per quanto riguarda i risultati ottenuti in campo, con la promozione in B svanita durante i play off contro Foggia ed Alessandria. La terza stagione in giallorosso, invece, ha visto Ciccio ed il Lecce trionfare sul rettangolo verde, grazie anche a tre reti del difensore scuola Reggina, abile soprattutto negli inserimenti su calcio piazzato. Oltre le capacità tecniche il popolo salentino ha sempre apprezzato la grinta che Cosenza ha trasmesso a tutto l’ambiente. I tifosi del Lecce per anni hanno visto come rappresentante del loro attaccamento alla maglia un uomo vero, un condottiero capace di guidare la difesa a suon di urla e rimproveri verso chi in quel momento non stava dando il massimo. 109 presenze, 4 marcature ed 1 assist hanno permesso ad una piazza solitamente fredda nei confronti dei calciatori di innamorarsi di Ciccio, con la Curva Nord che, durante i festeggiamenti promozione contro lo Spezia, gli ha addirittura concesso di far partire un battimani. Il classe '86 va via. Lo fa dopo tante vittorie e qualche delusione. Saluta tutti dopo aver compiuto la sua missione: riportare il Lecce dove meritava di giocare. Ci sono tanti episodi che possono indicare il perché dell’amore infinito dei tifosi nei suoi confronti. Noi, oggi, vogliamo solo ricordare la sua professionalità, soprattutto quando, dopo la vittoria del campionato da protagonista, ha dovuto accontentarsi della panchina, senza mai fare polemica, per il bene del gruppo e della squadra. Alessandria è già il presente, Lecce oramai il suo passato, ma Ciccio Cosenza nel Salento sarà per sempre storia.
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