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Luca Rossettini, ex difensore del Lecce ed ora tecnico del Padova Under 17, ha rilasciato un’intervista a SportWeek, nella quale ha parlato del momento in cui ha marcato Cristiano Ronaldo. Ecco di seguito le parole dell’ex centrale di difesa:

 “Da solo avrei potuto poco. Mi diede una grossa mano il mio compagno di reparto, Mattia Bani, oggi al Genoa, e giocammo una gran partita di squadra, facendo arrivare al portoghese palloni sporchi, difficili da addomesticare. Per conto suo, Cristiano fu forse fregato dall’emozione della sua prima in Italia. Lui giocò da punta centrale, ma faticò a trovare la posizione. Gli andavamo addosso a turno, “scappando” all’indietro per togliergli profondità. Non ricordo nessuna delle sue caratteristiche azioni, quelle in cui prende palla e corre per venti-trenta metri, puntandoti. La vigilia?Sinceramente ho dormito benissimo. L’arrivo di Ronaldo era stato pompato dalla stampa in maniera perfino esagerata. Alla fine, le attese e le tensioni per quella partita erano palpabili più all’esterno che all’interno della nostra squadra. Noi eravamo il Chievo, un piccolo club, e sapevamo che, prima o dopo, avremmo dovuto affrontarli tutti, gli attaccanti di Juve, Inter, Milan… Che fai, ti dichiari sconfitto prima ancora di giocare? Certo che no. Ecco perché quella sera andai a dormire sereno, senza farmi grossi problemi al pensiero che il giorno dopo mi sarei trovato davanti Ronaldo. C’entrava anche il fatto che ormai fossi a fine carriera. Avevo maturato l’esperienza per gestire un certo tipo di situazioni. Marcare Ibra su calcio d’angolo era complicato assai: la mia spalla arrivava al suo petto. Era inevitabile essere in soggezione nei confronti di un colosso simile. Ma se vestito con la maglia da gioco Ronaldo mi era sembrato uno dei tanti, quando nel dopo partita lo incrociai a torso nudo negli spogliatoi, allora sì che mi fece impressione: era tirato a lucido, pettorali e addominali ben definiti. Mi è sembrato un tipo molto riservato. Non ricordo scambi di battute particolari. Del resto, io non ero quel difensore che ama stuzzicare, anche con una parolaccia, l’attaccante avversario per innervosirlo e provocarne la reazione. Se c’era da dare una botta anche dura, si dava, e via”.

L'attuale tecnico dei giovani biancoscudati ha disputato un anno e mezzo con la maglia del Lecce. In Serie A è stato spesso chiamato in causa per la sua esperienza nella categoria, mentre lo scorso anno è andato via a gennaio dopo essere sceso in campo solo nel match di Coppa Italia contro il Torino. 

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