header logo

Tuttora ombre sulla morte del giovane Marcello Vinci, il 29enne di Fasano morto dopo essere caduto dal 35esimo piano di un grattacielo a Chengdu otto mesi fa. La salma ritornerà in Italia il prossimo 26 ottobre all'aeroporto di Fiumicino. A darne notizia la famiglia, che da tempo si batte per fare chiarezza sul dramma, archiviato in Cina come suicidio.

I familiari del giovane, infatti, non credono a tale ipotesi e pretenderanno che venga eseguita una nuova autopsia su terreno italico.

Il caso divenuto un giallo

Marcello Vinci si era trasferito in Cina dopo gli studi e – dopo aver lavorato per un'azienda italiana – da tempo era impegnato come insegnante in una scuola del Consolato: parlava agevolmente il cinese ed era quotidianamente in contatto con i familiari, che hanno escluso categoricamente l'ipotesi del suicidio. Il 29enne era molti attivo sui social, da dove raccontava ai suoi contatti la cultura del gigante asiatico e le abitudini del Paese in cui viveva, pubblicando testimonianza e fotografie. Ciononostante, anche a causa delle dure restrizioni Covid, il 29enne era determinato a tornare presto a casa. Non a caso il 6 dicembre del 2022 scriveva su Facebook: "L'unico desiderio sotto l'albero è che questo sia il mio ultimo anno in Cina".

Dopo aver in un primo momento ipotizzato il suicidio –  tesi a cui i familiari non hanno mai creduto – l'inchiesta della polizia cinese parla oggi più genericamente di "caduta dall'alto". Marcello è stato trovato morto, tra il 5 e il 6 marzo, ai piedi di un palazzo a Chengdu, in via Minchan 123: si tratterebbe dell'abitazione di un uomo cinese di 45 anni che il ragazzo avrebbe conosciuto alcuni giorni prima sui social e che, dopo essere stato fermato per due settimane dalla polizia, è stato rilasciato.

Bruttissimo incidente stradale: auto sbatte contro un albero di ulivo
Frosinone-Lecce 3-1: Abisso choc. Tesoro: "Non arbitri più il Lecce"