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Altra sconfitta, ampiamente preventivata, stavolta contro il Milan a San Siro.

Si sfidano due squadre che hanno valori individuali e di gruppo agli antipodi, oltretutto in un periodo della stagione nel quale i Campioni d'Italia, oltre ad essere molto più forti, giocano anche sulle ali dell'entusiasmo, visto il recente passaggio del turno alle semifinali di Champion's.

Il Lecce invece viene da un periodo terribile, nel quale ha dilapidato quasi interamente il vantaggio che con merito aveva conquistato sulla terz'ultima e si ritrova a dover sfidare i suoi demoni ma anche tentare di tenere a bada la rincorsa delle inseguitrici.

Milan-Lecce finisce due a zero per i lombardi, un gol per tempo, ma i giallorossi non si sono lasciati mettere sotto dallo strapotere fisico e tecnico degli uomini di Pioli. Nella prima frazione di gioco hanno ribattuto colpo su colpo, compreso il palo colpito da Banda a porta vuota che forse avrebbe potuto cambiare le sorti dell'incontro; successivamente hanno sempre tentato di rendersi pericolosi, hanno tirato in porta e nei secondi quarantacinque minuti un bel tiro di Strefezza avrebbe meritato miglior fortuna. La sconfitta ci sta tutta ed anche stavolta, per quanto possa essere complicato, bisogna ripartire dalla prestazione.

Il Lecce è in crescita, attende un episodio che possa sbloccare la penuria di gol e deve continuare a crederci per arrivare fino alla fine. Baroni lascia in panchina Gabriel Strefezza e si gioca ancora la carta Oudin a centrocampo. Davanti a Falcone ci sono a destra Gendrey, centrali Baschirotto ed Umtiti, mentre a sinistra gioca Gallo; a centrocampo al lato destro di Hjulmand troviamo Blin, mentre a sinistra Oudin; in avanti Di Francesco prende il posto di Strefezza, sull'altro lato Banda e punta centrale Assan.

La gara è stata sulla falsariga di come ci si aspettava con i padroni di casa a cercare gli spazi per colpire mentre i giallorossi aggrappati alla densità, a sporcare le linee di passaggio al fine di recuperare palla e ripartire. Il Milan ha segnato il gol del vantaggio sugli sviluppi di un calcio da fermo che ha trovato il castello difensivo del Lecce totalmente impreparato; ha raddoppiato in contropiede sempre con Leao che negli spazi aperti è davvero imprendibile per chiunque.

Ora il Lecce deve far tesoro di questa prestazione, perchè è stata all'altezza e deve ripartire ancora una volta da questo. Trovare colpevoli per il periodo nero è un esercizio che non porta a nulla, cercare i responsabili della striscia negativa neanche; chiedere la punta, il centrocampista di qualità o, soprattutto, la testa di Baroni è un qualcosa che a questo punto della stagione non porterebbe alcun risultato. La squadra è con il tecnico, lo dimostra sul terreno di gioco, chiaramente è spaventata ma sa perfettamente che Baroni è lo stesso allenatore che fino a due mesi fa guidava la formazione “rivelazione del campionato” a detta di tutti e non può essersi “scemunito” da un mese all'altro. Certo, anche lui non è esente da errori, come tanti altri interpreti ma ancora oggi mantiene una squadra a galla che ha bisogno di un'iniezione di fiducia, lei come tutto l'ambiente, per ricominciare a crederci con maggior convinzione. Si volti pagina quindi, che si faccia quadrato attorno a questo gruppo, perchè noi abbiamo visto in questo fine settimana cosa succede negli stadi delle altre squadre coinvolte nella lotta per non retrocedere: sono una bolgia, Verona in primis. La gente ci crede nonostante fino a due settimane fa fosse anche assurdo continuare a sperare.

Il Lecce ha ancora tutte le carte in regola per compiere questo “capolavoro” come ama definirlo il Presidente, ha ancora molte frecce da scagliare e non deve farsi intimorire dalla situazione creatasi. Venerdì ci sarà uno scontro cruciale contro una squadra molto forte, l'Udinese, che verrà a Lecce e non regalerà niente. Bisogna ripartire a tutti i costi e per farlo serve ricominciare a fare punti, in qualunque modo, con cattiveria, con furbizia, gettando il cuore oltre l'ostacolo; soltanto così i tifosi giallorossi potranno apprezzare e scateneranno quell'entusiasmo contagioso, trascinante che, a queste latitudini, conosciamo bene.

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