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La sconfitta di Bologna ha lasciato degli strascichi, inutile nasconderlo. Contro la formazione di Thiago Motta non è sceso in campo il vero Lecce, quello che nelle prime giornate azzannava l’avversario e provava a giocarsela senza paura contro tutto e tutti.

Nei nostri commenti post partita avete letto critiche e consigli a mister Baroni, che ha certamente delle responsabilità riguardo l’atteggiamento della squadra, le scelte di formazione ed il timing dei cambi, soprattutto nelle ultime giornate.

Detto questo, però, ci sembrano inopportune e tempisticamente inadeguate tutte le richieste di esonero o di allontanamento del tecnico toscano che stanno piovendo addosso alla società in queste ore. C’è, poi, qualcuno che sta anche contestando l’operato di Pantaleo Corvino e Stefano Trinchera in fase di mercato, giudicando questa rosa non all’altezza del campionato che sta disputando.

A noi piace analizzare i fatti, vedere i risultati e capire se il progetto Lecce sta andando avanti. In due anni questa dirigenza ha portato la prima squadra in Serie A, la Primavera nel massimo campionato di categoria ed ora ha alzato l’asticella con entrambe le formazioni. La truppa di Baroni si trova al quart’ultimo posto, in piena lotta salvezza, con 2 punti in più della terz’ultima. Alzi la mano chi si sarebbe aspettato un campionato diverso, magari di vertice da parte di questa squadra. Tutti sapevamo che quest’anno avremmo dovuto affrontare un torneo difficile, che avremmo sofferto fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata e peraltro ci chiediamo quando sia accaduto il contrario nella storia del Lecce in Serie A. Il primo anno nel massimo campionato italiano è sempre traumatico e rimanere a galla è fondamentale per provare a dare lo slancio decisivo verso la salvezza nel finale di stagione.

La Primavera, invece, dopo l’incredibile ma meritata salvezza dello scorso anno, si trova al sesto posto in classifica, nonostante proprio adesso stia attraversando un periodo di calo fisiologico. Due anni fa c’era poco e nulla, mentre adesso c’è materiale tecnico ed umano sul quale lavorare. Ovviamente serve tempo per attrezzarsi e potersela giocare alla pari contro squadre che ormai da decenni puntano sul settore giovanile. Anche quest’anno l’obiettivo dichiarato è la salvezza, oltre che la crescita dei giovani talenti, ma il sogno è rappresentato dai play off, traguardo difficile ma non impossibile da raggiungere.

La rosa a disposizioni di Baroni è composta da tanti giovani di proprietà. Il Lecce in ogni giornata schiera ragazzi del ’99, del 2000, del 2001 e del 2002, scommesse che per adesso stanno ripagando e che sono il vero patrimonio di questa società. Se la formazione di Baroni dovesse riuscire a centrare la salvezza, allora valorizzerebbe al massimo tutte queste risorse ma anche in caso di retrocessione tutti questi giovani rappresenterebbero plusvalenze certe ed utili a tenere i conti in ordine, questione mai banale per una piccola squadra di provincia.

Dopo l’ultima retrocessione la società di Via Costadura ha dovuto ricostruire tutto e porre nuove basi per il progetto tecnico. Questa volta, e fate bene a fare tutti gli scongiuri del caso, non sarebbe così, anche perché tanti ragazzi della Primavera sarebbero pronti al grande salto, emulando quanto fatto da Joan Gonzalez, la vera essenza del progetto Lecce.

Insomma, criticare dopo una sconfitta come quella di Bologna è legittimo ma occhio a non esagerare perché, come detto nel titolo, le cadute fanno parte del percorso ed il progetto a tinte giallorosse sta continuando ad andare avanti spedito, tramite il lavoro ed i sacrifici di tutti gli interpreti. 

Sabato al Via Del Mare ospiteremo la Juventus, un appuntamento importante per Hjulmand e compagni, che di certo vorranno riscattare la pessima prestazione del Dall’Ara. Per ottenere un risultato positivo servirà anche l’aiuto del Via Del Mare e soprattutto di quello zoccolo duro che sa davvero cosa significhi tifare e soffrire per il Lecce in Serie A. 

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