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Fabrizio Castori, tecnico della Salernitana, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport, nella quale ha svelato il segreto dei suoi successi con la Salernitana

SOGNO – “Sono soddisfatto, realizzato, ma non appagato. Devo dire che la A mi era piaciuta e mi ero detto che ci dovevo tornare. E questo era il posto giusto, anche se la pandemia ha segnato tutta la stagione. Poi non è stato facile perché all’inizio c’è voluto il cambio di mentalità dopo Ventura, c’è voluto un po’ di tempo ma ho sentito da subito la fiducia della proprietà. C’era un clima pesante nei loro confronti, ma le difficoltà devono essere un’opportunità, non un alibi”.

MODO PER VINCERE - “Per vincere la Serie B bisogna correre molto. La condizione conta con tante partite difficili e ravvicinate. Io ammazzo i miei giocatori, ma le mie squadre finiscono sempre i campionati vincendo. Ho messo dietro tanti giovani? Non me ne frega nulla. Mi aggiorno, ma uno che ha fatto questa carriera non può cambiare le sue convinzioni. Sono arrivato in A vincendo tutte le categorie, vuol dire che le mie idee pagano. A me viene sonno quando vedo squadre che fanno cento passaggi senza mai tirare in porta. Io mi ritengo moderno, faccio il calcio di Klopp, di Simeone, dello stesso Guardiola. Lo ha detto anche Allegri, dunque rifiuto l’etichetta di chi dice che non sono moderno. Il mio è un calcio efficace, per me il passaggio orizzontale in difesa non serve a niente. Il pallone se lo possono portare anche a casa, io mi prendo i 3 punti. Me ne frego delle mode. Il mio punto di riferimento è la velocità con cui si arriva a tirare in porta. Noi siamo organizzatissimi, non ci inventiamo le cose. Per fare questo calcio bisogna correre e tutti gli allenamenti sono studiati”.

SERIE A - “I miei concetti li porterò anche in Serie A. Poi ci sono i giocatori, certo. Bisogna mangiare l’avversario, come fanno ad esempio Verona ed Atalanta. E spero di avere al fianco il nostro pubblico, sono sicuro che lo stadio sarebbe sempre pieno”.

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