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Ci abbiamo pensato molto prima di scrivere questo pezzo ma poi abbiamo scelto di farlo perché non vogliamo tenere dentro quello che realmente pensiamo.

Prima di argomentare il titolo, perché sappiamo che i più curiosi hanno cliccato solo per quello, vogliamo partire con una premessa tanto doverosa quanto opportuna: ieri il Lecce ha perso perché ha giocato una partita al di sotto delle sue aspettative, permettendo al Cittadella di mettere in mostra le sue armi migliori, non riuscendo quasi mai a rendersi pericoloso davvero e ad impensierire la difesa dei veneti.

Ecco, questo serve per spiegare che un articolo del genere non ha lo scopo di creare alibi alla squadra o peggio di nascondere il periodo negativo che la truppa di Baroni sta attraversando, anche perché in tutta la giornata di oggi abbiamo pubblicato e prodotto contenuti che hanno ampiamente analizzato la partita di ieri.

Ora, però, passiamo al vero senso di questo pezzo. Ci siamo presi 24 ore per pensare e per leggere. Forse sbagliamo a stupirci ancora delle cattiverie gratuite che leggiamo ovunque sui social ma non riusciamo a rimanere inermi davanti a tutto questo.

Il Lecce ha perso e siccome ha perso fa schifo, l'allenatore è un incompetente e la squadra non sarà promossa in Serie A, anzi probabilmente è la società che non vuole salire di categoria.

Domenica scorsa, invece, il Lecce aveva vinto e di conseguenza era la squadra che tremare il mondo fa, i suoi giocatori erano i più forti dell'intera galassia, Baroni un genio che ci avrebbe portati dritti allo Scudetto e la dirigenza la migliore che potessimo desiderare.

Ora, noi da sempre chiediamo solo equilibrio nei giudizi, ma a quanto pare sembra molto più facile gettare immondizia su tutto e tutti per coprire le proprie frustrazioni personali.

Ci pare poi che in molti non attendano altro che questa squadra cada per uscire allo scoperto, per scendere dai trespoli sui quali sono appollaiati, commentando contro tutto e tutti cercando un colpevole anche quando la colpa, se di colpa si può parlare, andrebbe divisa equamente.

Perdere sembra un delitto. Come se questi tifosi, chiamiamoli tifosi, tifassero il City di Guardiola e fossero abituati a lucidare i trofei in bacheca.

Sappiamo che questa parole saranno comprese solo da chi la pensa come noi, mentre tutti gli altri attaccheranno ancora più forte, perché si usa fare così. In fondo stiamo parlando di calcio, della nostra passione, della nostra squadra del cuore, di ciò che colora di giallo e di rosso la nostra vita. Sarebbe opportuno razionalizzare il tutto e rendersi conto che di fronte abbiamo avversari e società con gli stessi nostri obiettivi.

Cosa fare adesso? Non lo sappiamo, ma siamo certi che questa squadra risponderà sul campo. Uniti, compatti, vogliosi di riscatto. No, non stiamo parlando dei tifosi giallorossi, ma solo dei ragazzi che ogni settimana scendono in campo per vincere. 

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