Era la bestia nera della Juve. Male la sua avventura nel Torino. Dopo il Sorrento si sono perse le sue tracce
PLAYER AMARCORD
Sarebbe stato fantastico continuare, ma quando le motivazioni scarseggiano e gli stimoli vengono meno allora forse l’unica cosa da fare è prendere quelle scarpe che ci hanno fatto sognare ed appenderle al chiodo, in modo definitivo.
La carriera di Axel Cedric Konan è stata particolare, diversa da tutte le altre. Lui, attaccante classe 1983, ha debuttato già a 16 anni in un Lecce-Juventus, contro una delle squadre che avrebbe fatto parte della sua storia più delle altre.
Aveva tutto già a quell’età: fisico imponente, velocità con il pallone tra i piedi e tiro secco e preciso. Mancava di continuità, quella che poi non gli ha permesso il grande salto e la consacrazione definitiva e soprattutto non gli ha dato modo di continuare ad alti livelli per troppo tempo.
Con il Lecce l’ivoriano ha giocato per circa 8 stagioni, sebbene abbia un passato importante anche con la formazione Primavera. In totale ha segnato 22 gol, con quelli siglati alla Juventus quel lontano 25 aprile 2004 che rimangono per sempre nella storia del club salentino.
Quel giorno Konan ha dato dimostrazione di quello che sarebbe potuto essere e non è stato. Non per forza bisogna trovare una causa, non sempre c’è un motivo dietro. Forse all’ex attaccante giallorosso è mancata la personalità per reggere una carriera ad alti livelli o probabilmente non ha avuto la forza mentale per reggere un ritmo frenetico, nel quale non sono concesse pause.
Dopo l’avventura salentina Konan è volato prima in Svizzera al Bellinzona e poi ha chiuso la carriera da professionista a Sorrento, a soli 30 anni.
Adesso non è più nel mondo del calcio e di lui si sono perse le tracce. Farà altro e sarà felice uguale: quello non era il suo mondo e lo ha dimostrato anche sul terreno di gioco, sebbene lì sapesse comunque fare la differenza.