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Milan-Lecce racchiude tante partite ed altrettanti spunti di riflessione ma stavolta ci piace partire dalla fine e precisamente dal boato di San Siro al gol di Calderoni. Pelle d'oca, scarica di adrenalina! Orgoglio! Erano tantissimi i tifosi giallorossi presenti a Milano e il loro incitamento si è sentito chiaramente in tutto l'arco della partita, incessante, gioioso ed alla fine entusiasmante. Milan-Lecce è stata una partita da più volti dicevamo, come spesso ama ripetere Fabio Liverani: una partita ne racchiude tante. Quella del Lecce contro il Milan non è iniziata nel migliore dei modi, oseremmo dire che è iniziata come peggio non poteva: sembrava il proseguimento di quella contro l'Atalanta, né più e ne meno. Squadra senza attributi, in balia degli avversari. Incapace di far ripartire anche l'azione più facile sbagliando i passaggi più semplici. Chiaramente con quell'andazzo gli avversari fanno il tiro a segno nella tua porta e prima o poi, responsabilità dei singoli o meno, il gol lo prendi. E così è stato. Stavolta però il Lecce con le unghie, con i denti e con un po' di fortuna è riuscito ad andare al riposo sotto di una sola rete. Lì Fabio Liverani è riuscito a mettere le cose in ordine: sembrava che le scelte nei primi 45 minuti fossero sbagliate, non pagassero nei nuovi entrati; invece non erano le “nuove scelte” a non rendere, erano le vecchie. Purtroppo Falco non era in partita ed anche grazie alla sua sostituzione si è ritrovata voglia e carattere. L'avvicendamento di Majer con Petriccione, migliore in campo del Lecce sin dall'inizio di campionato, ha prodotto il resto e cioè un secondo tempo in cui si è riapprezzato quel Lecce mai domo dello scorso campionato. Finalmente anche contro una big! La seconda frazione di gioco ha visto una squadra rinfrancata, corta, aggressiva e pericolosa. Si, pericolosa quando ne ha avuto la possibilità. L'apoteosi nell'atteggiamento mentale e fisico si è avuta dopo aver subito il gol del 2-1, in una fase della partita in cui il Lecce era in controllo, anche se con un uomo in meno per l'infortunio a Babacar e l'espulsione di Liverani ad opera del direttore di gara. Ecco, lì la reazione è stata veemente ed è culminata con il gol spettacolare di un ottimo Calderoni. Due-a-due e tutti a casa. Cosa resta di questa partita? Resta l'autostima, la consapevolezza che anche in serie A si può produrre calcio e si possono mettere in campo le idee di Liverani; quello che però deve rimanere nella testa degli interpreti è che se vuol giocare sviluppando concetti nuovi per una matricola, se si vuol giocare “all'attacco”, si deve essere agonisticamente cattivi in entrambe le fasi. Se accade questo nulla è precluso, perchè il Lecce ha in organico elementi che possono lottare per l'obiettivo prefissato. Anche di divertirsi e divertire.
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