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Giorgio Perinetti, importante ds del calcio italiano, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport nella quale ha parlato dei tanti stranieri presenti in Serie B:

"La tendenza è quella anche se pensiamo che il campionato di serie B dovrebbe servire a testare i giocatori italiani. Non riusciamo a invertire la rotta. La tendenza è dovuta al fatto che acquistare i giocatori all’estero è più facile, e che il giocatore che ha il cognome che finisce per -inho o per -vic sia ritenuto più forte a priori. Speriamo che l’esempio della Nazionale sia trascinante. La pandemia nell’ultimo anno e mezzo ha bloccato gli spostamenti, ma quando leggo di giocatori scelti sulla base di algoritmi resto basito. Nulla è più completo di vedere giocatori dal vivo. Gli algoritmi o il solo uso dei video possono servire in sport dove la gestualità è inferiore".

A tal proposito, oggi la Gazzetta dello Sport ha pubblico un’analisi interessante, nella quale si rivela che il 35% delle reti segnate fino ad ora nel campionato cadetto sono state realizzate da giocatori stranieri.

In Serie B, infatti, circa il 30% dei giocatori che scendono in campo sono stranieri e solo nel 2014/2015 si è andati vicini a questa percentuale. 

Nel torneo cadetto 3 club (Lecce, Parma e Brescia) hanno più stranieri che italiani presenti in rosa, sebbene solo 4 calciatori nati lontano dall’Italia figurano tra i primi 15 cannonieri del campionato di Serie B.

Ovviamente sono numeri da tenere in considerazione sia per l’aspetto economico, visto che all’estero, soprattutto in alcuni campionati, si spende molto di meno per acquistare un giocatore, e sia in chiave Nazionale Italiana, con tanti giocatori giovani che devono guardare le partite degli azzurri dalla panchina perché si preferisce loro il calciatore più esperto. 

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