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Ho passato le ultime 48 ore della mia vita a commiserare i tifosi salentini che si lamentavano del caro biglietti per Lecce-Juventus. Intendiamoci: io non sono uno di quelli che pensa che il tifoso salentino che tifa per una strisciata sia un rinnegato. Assolutamente. Ognuno è libero di tifare per quello che vuole. Semplicemente disprezzo quelle persone che sminuiscono, deridono, offendono il Lecce pur essendo leccesi, salentini, schierandosi spudoratamente a favore della squadra per cui tifano. Insomma, non sono d'accordo nel far mancare una opportuna e necessaria neutralità, o solidarietà, nei confronti di un club che, in fin dei conti, rappresenta il territorio in cui sono nati e che, parola del Presidente Sticchi Damiani, consente loro di vedere la Juventus (squadra del cuore) a pochi passi da casa. Non si pretende che queste persone possano capire la logica che c'è dietro questa politica dei biglietti. Anche perché i primi a non averla capita, a volte, sono proprio i tifosi giallorossi. Tuttavia non si capisce come mai non si accetti passivamente una scelta che se fosse stata presa allo Stadium sarebbe passata come un "eh, ma hanno investito sullo stadio e su CR7, è normale!".  Anche il Lecce ha investito su se stesso negli ultimi anni, ed è arrivato il momento di raccoglierne i frutti. Ai tifosi del Lecce è stata data l'opportunità di vedere la partita della Juve a circa 9 euro. Semplicemente abbonandosi. E chi non ha potuto? Ragazzi miei, bisogna capirne l'intento per apprezzarne l'essenza. Il giudizio non si può basare sul proprio tornaconto personale. E' chiaro che non tutta la totalità dei tifosi sarebbe stata accontentata. Bisogna ragionare come il buon padre di famiglia, non come l'opportunista insoddisfatto. Ed è perdendosi in questi ragionamenti filosofici che poi ci siamo lasciati dietro una gara altrettanto importante, forse più importante, che è quella contro il Milan di Pioli. Una squadra distrutta nell'anima, perforata nell'orgoglio, priva di ogni senso logico. Ed è proprio sulla testa dei calciatori che l'ex tecnico dell'Inter ha lavorato in questi giorni. L'unico vero intervento efficace nelle due settimane di lavoro a disposizione. La vera domanda da fare, tuttavia, non è se il Milan riuscirà ad essere all'altezza del suo blasone ma se il Lecce sarà riuscito a fare i compiti per le vacanze. Cosa per la quale, francamente, conservo qualche timore. I giorni di vacanza sono sembrati troppi rispetto al ritardo di condizione di alcuni elementi, tuttavia è un timore con riserva. Ci riserviamo di commentare al fischio finale di Milan-Lecce. Parallelamente, bisognava affrontare un altro discorso, quello mentale. Ecco. Al fischio d'inizio, quando si potranno vedere in faccia i volti degli undici scesi in campo, il verdetto sarà già scritto ed ogni pronostico azzeccato: sguardi timidi, bassi, che non si incrociano oppure alti, fieri, emozionati ma determinati?
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