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Andrea Pirlo, Kakà, Alessandro Nesta, Clarence Seedorf e Gennaro Gattuso di fronte. In barriera. Fa strano solo nominarli tutti insieme. Campioni che nella loro carriera hanno vinto tutto ed ancora di più. Fenomeni che qualche mese prima hanno alzato al cielo la Champions League ad Old Trafford e che in quel momento calcano il terreno di gioco del Via Del Mare. 

Javier Ernesto Chevanton posiziona la palla sul manto erboso. Conta i passi e si allontana dalla sfera. Siamo sotto la Nord. Dida in porta richiama all’attenzione, dando le ultime indicazioni agli uomini in barriera. Lo stadio rumoreggia, è stracolmo e ci crede. Quello è il Lecce della rimonta pazza firmata Delio Rossi. Una squadra che nel girone di ritorno ha dato vita ad una cavalcata senza senso, culminata nelle 3 vittorie consecutive contro Udinese, Juventus ed Inter. 

L’uruguaiano parte e, prima che la palla gonfi la rete, già inizia a correre. Esulta, poi, dopo qualche millesimo di secondo, esplode anche il Via Del Mare. È un’esplosione collettiva, fatta di ammirazione e soddisfazione perché quella non è una punizione normale. La palla si abbassa al momento giusto, eppure la distanza tra porta e barriera non le permetterebbe di compiere quella traiettoria. Mentre tutto lo stadio è con le mani al cielo, il 19 giallorosso tira un calcio ad una gigantesca lattina di gomma ed a petto nudo festeggia sotto la sua gente.

Guardate quelle immagini. Sembra di stare in Sudamerica, sembra quasi di vedere un film nel quale tutto è stato già deciso prima. Chi scrive quel 15 febbraio 2004 aveva 9 anni, eppure quel gol lo ricorda come fosse ieri. Chevanton che scavalca una barriera di alieni e infila Dida. Quello è stato Lecce-Milan, una delle tante sfide che ci hanno resi orgogliosi di tifare questa squadra. E se hai visto tutto questo non puoi non esserti innamorato del giallo e del rosso. 

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