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Sabato scorso dovevamo giocare ancora contro il Cittadella e la Salernitana era distante un punto, mentre il Monza era a -6. In una settimana i granata hanno guadagnato 5 punti rispetto ai giallorossi, con i brianzoli che, invece, hanno ottenuto 8 punti in più rispetto alla truppa di Corini, piazzandosi al terzo posto in classifica.

Sinceramente nessuno si sarebbe immaginato questo rendimento, sebbene questo calo sia stato figlio di tante variabili, non tutte ascrivibili alla condizione fisica dei giocatori in campo.

La partita di ieri è stata lo specchio del nostro campionato, inutile negarlo. Montagne russe all’inizio e poi una ricerca continua di quel guizzo che non c’è mai stato e che è mancato per l’intero torneo.

Ci sono piazze, però, che lo scorso anno erano in Serie A esattamente come noi e che in questa stagione non sanno ancora se disputeranno i play off. Poi ci sono squadre che hanno accolto questi spareggi promozione con entusiasmo, voglia di mettersi alla prova e chissà magari realizzare un sogno. Infine c’è il Salento, una terra magica che vive tutto al massimo. Catastrofe o favola, giornata indimenticabile o incubo, nero o bianco.

Siamo fatti così e la mentalità di un popolo non può essere cambiata in un anno, ma non è in questo modo che si affronta il futuro. Lou Holtz diceva che “La vita è per il 10% ciò che ti accade e per il 90% come reagisci”. Bene, se tutti vedremo questi play off come un’occasione, se società, calciatori, stampa e tifosi capiranno che si può andare in Serie A da una porta più lontana rispetto al traguardo, allora potremmo davvero poter dire la nostra in questo mini torneo.

Perché il calcio è esattamente come la vita. A volte non bastano 90 minuti, ma c’è sempre il recupero. 

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