Ezio Rossi: "Torino? Bisogna andare a Lecce pensando di vincere"
Ezio Rossi è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Rossi è cresciuto calcisticamente nelle giovanili del Torino passando in prima squadra e giocandoci dal 1981 al ‘83 e poi dal 1985 al 1990, in seguito ne è stato allenatore dal 2003 al 2005. Tra le altre da calciatore ha indossato anche la maglia del Lecce dal 1983 al 1985. Con lui si è parlato del momento difficile dei granata e del prossimo impegno con il Lecce.
Momento difficile del Torino dopo la débâcle con l’Atalanta, la sconfitta con il Milan e l’uscita dalla Coppa Italia eppure il 2020 era iniziato bene con tre vittorie, anche se poi c’era già stata una sconfitta con il Sassuolo. Cosa pensa del Torino?
“Gli alti e bassi purtroppo sono una cosa che il Torino si trascina dall'inizio della stagione e questo credo sia il momento più basso visto che ci sono tante situazioni anche extracalcistiche che magari hanno creato un clima che ha reso ancor più difficile la situazione”.
Ma come si esce da una situazione così?
“Mah (sospira, ndr), è difficile. È un momento dove bisognerebbe rimanere tutti compatti, ma anche le situazioni extracalcistiche che sono successe, penso ai problemi con una parte delle tifoseria, non facilitano la compattezza dell'ambiente. Ci sono tante situazioni che sicuramente non sono facili da affrontare e per questo dico che non è facile uscirne. Sono un allenatore e so che a volte sono situazioni che solo dall'interno si possono realmente conoscere e alcune volte anche dall'interno si fa fatica a capirle proprio perché la situazione non è semplice”.
A sua sensazione, i giocatori seguono ancora Mazzarri?
“Queste sono cose che alle volte non si capiscono neppure se si è all'interno. Non credo che nel mondo d'oggi una squadra possa andare in campo senza cercare di dare il massimo, l'ho sempre detto sia da calciatore sia da allenatore. Una squadra deve credere nell'allenatore fino a quando quell'allenatore c'è. Se uno è un professionista, non parlo di attaccamento alla maglia perché non esiste più, deve sempre dare il 100% per l'allenatore e per sé stesso soprattutto perché poi alla fine ormai calciatori sono delle aziende individuali e anche per loro stessi andare in campo senza motivazioni mi sembra impossibile”.
Per quali ruoli servono rinforzi?
“Manca sempre un attaccante che abbia caratteristiche diverse da Belotti e Zaza e che possa affiancare Belotti. E poi un centrocampista sia per questione di numero sia per questione di qualità. Due giocatori così servirebbero come il pane a questa squadra considerando sempre che comunque Mazzarri non si muove dalla difesa a cinque. Magari con un altro allenatore o con altre idee che potrebbe portare avanti Mazzarri servirebbero anche altri giocatori, però, rimanendo con Mazzarri e rimanendo con questo sistema di gioco credo che un centrocampista di qualità e un attaccante con caratteristiche diverse da Belotti e che sia veloce e rapido siamo indispensabili”.
Domenica ci sarà la partita in trasferta con il Lecce che all’andata innescò tutti i sali-scedi del Torino battendolo in modo del tutto imprevedibile.
“Quella è stata l'unica a partita che ho visto di persona allo stadio in quanto doppio ex. Fu effettivamente una sorpresa perché credo che indipendentemente da tutto la rosa del Toro sia ancora nettamente superiore a quella del Lecce e in quell'occasione il Lecce dimostrò di essere una buona squadra, ma oggi come oggi ha 11 punti in meno del Toro e quindi non è stata una sorpresa come il Verona, ma in quella partita dimostrò almeno di avere una filosofia di gioco è un pensiero di gioco belli. Il Lecce in quella partita mi era piaciuto. Domenica, per l'ennesima volta, il Torino dovrà far cambiare il vento e bisogna andare a Lecce pensando di vincere nonostante il momento di difficoltà che chiaramente condiziona”.
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