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Il presidente Saverio Sticchi Damiani ha fatto il punto della situazione in casa Lecce all'indomani della fine del mercato invernale. Di seguito le sue dichiarazioni BILANCIO E LINEE GUIDA –Tirando le somme di questi mesi e di queste due sessioni di calciomercato è bene essere chiari e trasparenti. A seguito della retrocessione abbiamo trascinato in serie B una serie di contratti in essere per un monte ingaggi totale per circa 15 milioni. Rispetto a 15 milioni, percepiremo un paracadute di 7 milioni. Questi sono i macronumeri di questa stagione. Abbiamo chiesto al nuovo direttore dell’area tecnica in soli quattro mesi di valorizzare questo investimento, evitando che fosse legato solo al risultato sportivo del momento. Non ci siamo tirati indietro nel confermare questo importo ma a condizioni diverse, che hanno comportato un lavoro su quattro fronti, su quattro linee guida. Prima linea guida: eliminare dal gruppo della prima squadra i giocatori non funzionali al progetto tecnico o scontenti, perché focalizzati su esperienze più stimolanti del Lecce. Un gruppo di scontenti è fisiologico dopo una retrocessione ma se prende piede in uno spogliatoio può portare la società nel baratro, perché il clima negativo è pericoloso. Seconda linea guida: rafforzare la rosa attraverso elementi che fossero funzionali nell’immediato, perché pur avendo evidenziato sin da subito la necessità di intraprendere un progetto tecnico triennale, abbiamo sempre detto che se fosse stato possibile avremmo cercare di coltivare da subito sogni difficilissimi all’indomani di una retrocessione. La storia dice che le retrocesse vivono un anno infernale e noi eravamo pronti anche a questo. Nel calcio le stagioni complicate possono capitare a chiunque, anche a noi, senza che sia necessariamente colpa di qualcuno. Le ambizioni il primo anno rappresentano un lusso, rispetto a un programma triennale e a una retrocessione. Terza linea guida: acquistare giovani di qualità e prospettiva per la prima squadra e acquistarli a titolo definitivo, ricorrendo il meno possibile allo strumento dei prestiti. Molti di questi ragazzi hanno dimostrato da subito di poter essere parte di questo progetto, penso a Listkowski, Hjulmand, Bjorkengren, Rodriguez. Pensavamo di inserirli in maniera più graduale, invece il loro utilizzo sta avvenendo prima del previsto. Loro rappresentano il vaccino sportivo al covid nel calcio. Il calcio non vive un periodo normale, con tv che non pagano i diritti e stadi chiusi. Il nostro vaccino applicato al calcio sono questi ragazzi, presi a titolo definitivo. Per il futuro e per un calcio che non sappiamo come sarà nei prossimi anni. Quarta linea guida: lavorare per l’acquisizione a titolo definitivo di ragazzi per il settore giovanile, verificando la possibilità di investire anche oltre il territorio e oltre i confini italiani. Abbiamo acquisito ben 13 giocatori a titolo definitivo, alcuni dei quali stanno già giocando con le squadre del settore giovanile. Al momento gioca solo la primavera, che dovrebbe giocare con i 2002 e invece gioca sotto età con tanti 2003 e 2004. In Italia vediamo proprietà straniere, fondi di investimento, totale assenza di business. Il nostro investimento serve per caratterizzarci, mantenendo una caratterizzazione locale del progetto senza consegnarsi a fondi di investimento stranieri, che da quando sono presidente non hanno mai mostrato interesse per realtà del sud come il Lecce. I 15 milioni di monte ingaggi pertanto è stato trasformato attraverso queste linee guide. Abbiamo la sensazione e solo il tempo lo dirà che in quattro mesi è stato fatto un lavoro incredibile a cui si aggiunge un ulteriore elemento: la carenza di alcune strutture, soprattutto con riferimento del settore giovanile. Il centro dell’Acaya è importante ma ha un solo campo, sollecitati dal direttore ne abbiamo creato un secondo. Abbiamo investito sulle strutture nell’ottica di una crescita complessiva. Con Pantaleo Corvino abbiamo combattuto contro chi cercava di inquinare il nostro progetto, quotidianamente siamo attenti anche alle virgole, per valorizzare anche le piccole cose. Ho la sensazione che sta nascendo qualcosa di importante. Ringrazio tutti i soci, per i loro sacrifici". VOTO A CORVINO -Io faccio il professore universitario, posso dare un 30, ma per dare la lode ci vorrà tempo. Il 30 e lode invece va allo sforzo profuso, giorno e notte. Ricordo il direttore qualche giorno fa alle 2.30 di notte che combatteva per noi con la Turchia”. LA SQUADRA –Da Corini e dalla squadra ci aspettiamo tanto. Ci manca qualche vittoria in casa, perché fuori casa il rendimento della squadra è apprezzabile. Speriamo che nel girone di ritorno questo trend possa cambiare, è quello che mi aspetto da questo gruppo. Il pareggio con l’Empoli sapeva di vittoria perché dopo 70 minuti brutti con cinque ragazzini siamo riusciti a mettere sotto la capolista. Era esaltante più il messaggio che il pareggio in sé. Obiettivamente i pareggi con Pordenone e Cittadella vanno presi di buon grado. Qualche vittoria in casa anche prestigiosa contro le big però mi sarebbe piaciuta”. IL CAMPIONATO –Abbiamo conquistato 30 punti faticosissimi dopo il girone d’andata. Nonostante le mille difficoltà siamo lì e possiamo coltivare da subito una fiamma di speranza il primo anno rispetto al progetto triennale. Questa fiamma deve essere vista come un privilegio, non come un’insoddisfazione. Avere una fiamma da alimentare è un privilegio, viverla con l’angoscia che non sia da subito un incendio è una prospettiva totalmente sbagliata. Dobbiamo prendere la situazione con maggiore leggerezza. All’interno del gruppo veicoliamo il messaggio di fare il massimo da subito, qui nessuno ha voglia di accontentarsi. La serie A cambia la carriera di tutti, anche dei calciatori. Al di là del messaggio che diamo sul progetto, ogni giorno, chiunque partecipa alla quotidianità, è stimolato a vincere. Vincere cambia la vita a tutti, cambia anche i numeri e i guadagni dei giocatori stessi. La piazza deve capire quello che noi stiamo cercando di fare con ampio respiro e non guardando solo oggi”. IL SISTEMA CALCIO –Al momento il sistema calcio non ha prospettive. Immaginare di gestire il calcio come prima nel contesto attuale significa andare ad esaurimento. Senza novità sostanziali, aiuti veri concreti al calcio, ingresso di fondi per la serie B o adozione di regole nuove, il sistema è destinato a non reggere più. Noi cerchiamo di dare una soluzione interna, con l’innesto dei giovani. Non si può far finta che nel mondo del calcio non stia succedendo nulla. La serie A sta cercando proprietà straniere, l’Inter è in crisi economica. Noi non vogliamo finire così vogliamo portare avanti il nostro progetto come gente che ama il proprio territorio. Se tutto dovesse tornare come un tempo saremmo i primi ad essere contenti, ma bisogna essere lungimiranti rispetto al peggio. Il meglio sappiamo già come affrontarlo”. I TIFOSI –Abbiamo il privilegio di avere a che fare con tifosi che capiscono e ci danno una mano. Io dalla gente ho sempre avuto una mano. Quando parlo ho la sensazione di parlare a persone più intelligenti di me per la capacità di recepire messaggi onesti. Questo non toglie ambizioni. Nella promozione dalla C alla B avremmo stappato per salvarci all’ultima giornata, poi abbiamo fatto di tutto per raggiungere la serie A. Se ci sono le prospettive per fare qualcosa di importante non ci tiriamo indietro, ma questo non è un assillo. Quest’anno partecipiamo a una delle serie B più complicate degli ultimi anni. Il lavoro che stiamo facendo noi grazie alla lungimiranza di Corvino prima o poi ci darà soddisfazioni vere”.
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