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Dejan Stankovic, tecnico della Sampdoria, è intervenuto ai microfoni della sala stampa al termine della sfida con il Lecce. Queste le sue dichiarazioni. 

“Puoi avere un'idea su cui lavori in settimana e poi la domenica ti ritrovi sorpreso. L'approccio alla gara non è stato dei migliori da gennaio in poi. Ero un po' sorpreso, ma usciamo da una settimana molto dura a livello mentale. Parlando con il mio staff sapevo che c'era il rischio di portare questa difficoltà sul campo anche a Lecce. Nel secondo tempo con delle energie fresche abbiamo raddrizzato la partita. Il calcio è strano, in sette minuti nell'intervallo riesci a rimettere la partita per come l'avevi immaginata. Il calcio è così, non sai cosa ti aspetta dietro l'angolo". 

“Sabiri dobbiamo portarlo a livello mentale fisico per essere pronto e non fare brutte figure. Per giocare in serie A devi essere pronto, devi essere una bestia. In cerchio ci siamo confrontati e abbiamo parlato. Non siamo fratelli, ma siamo amici, parlando con i giocatori si capisce tanto. La squadra lotta, ogni calciatore lotta con sé stesso. Ogni domenica è difficile giocare con l'acqua alla gola, con tutti che ti dicono che è l'ultima spiaggia. Noi abbiamo l'obbligo verso la Sampdoria di essere sempre in piedi. Il Lecce nel primo tempo è entrato in campo molto bene. Ho deciso di cambiare e la scossa c'è stata”. 

“Il Lecce è una squadra molto giovane, molto viva e veloce. Il capitano arriva dappertutto e i tre attaccanti hanno velocità, li ritrovi in un attimo davanti alla porta”. 

“Jesé lavora, aveva qualche acciacco ma non si è mai tirato indietro, questo gol è il premio per la sua onestà verso questo gruppo. Djuricic? E' stato onesto, mi ha detto che forse sta giocando il peggior calcio della sua carriera, gli ho detto che bisogna continuare a lavorare. Deve ritrovare l'autostima e il coraggio di affrontare l'avversario. Sabiri? Deve fare la differenza per sé stesso, poi arriverà il successo. Voglio che migliori mentalmente e fisicamente. Il gioco non è solo stoppare di suola e smistare la palla". 

“Noi conosciamo le regole non scritte del calcio. Se non uccidi la partita il problema si ripresenta e finisce pari. Il Lecce ha fatto sei sconfitte e un pareggio ma meritava molto di più di quello che ha fatto vedere". 

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