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Da “artefici del destino” a “killer del destino”. 

Questo è stato il Lecce nelle ultime quattro partite, frutto di tre sconfitte ed una sola vittoria contro il Vicenza.

La sconfitta che pesa di più delle quattro, paradossalmente, non è questa contro il Monza, ma sempre quella di sabato scorso contro il Cittadella.

Perché? Semplice. Perchè quella partita il Lecce ha avuto 15 giorni per prepararla, sicuramente contro una buona formazione, ma non più forte dei giallorossi. Quella sconfitta ha consegnato alla squadra lo scontro diretto di Monza, diventato poi da “dentro o fuori ”, contro una formazione forte, sulla carta più forte di quella giallorossa; gara che si può anche perdere, nonostante il Lecce meritasse almeno il pareggio senza gridare allo scandalo. La partita persa sabato invece, se vinta, avrebbe concesso la possibilità di giocarsi un ulteriore “bonus” proprio a Monza, mantenendo inalterata la seconda posizione in classifica in caso di sconfitta.

Mai scontro diretto fu più nefasto per le due squadre perché se n’è avvantaggiata il terzo incomodo, la Salernitana. Forse, fra le tre, è stata quella che ha dimostrato di crederci di più andando a prendersi la vittoria, per la seconda volta in tre partite, al novantasettesimo.

Corini fa un po' di rotazione, dovendo rinunciare a un Majer squalificato ed a un Pettinari infortunato. Per il centrocampo il ballottaggio era tra Tachtsidis e Nikolov, l'ha spuntata il primo, mentre in attacco tra Rodriguez e Stepinski, qui ha avuto la meglio il secondo. Ha pensato anche di dare spazio a Dermaku al posto di Meccariello dall'inizio, mentre capitan Mancosu che ha appena una trentina di minuti nelle gambe dopo l'operazione all'appendicite, ha iniziato dalla panchina. Il Lecce ha giocato un primo tempo timido, la pressione asfissiante del Monza ha impedito alla squadra di dare il meglio, ma nonostante tutto equilibrato tra le due squadre, almeno nelle occasioni. L'episodio, determinante in queste partite, ha dato ragione agli uomini di Brocchi che su punizione sono passati in vantaggio, mentre il Lecce, nelle occasioni avute, pensiamo a quella di Coda (in tuffo si è immolato Bellusci) con conseguente botta da fuori di Dermaku, fuori per una questione di centimetri, non è stato bravo e neanche fortunato.

Nella seconda frazione di gioco, fuori Tachtsidis, abbiamo visto Mancosu in campo riprendersi il ruolo di trequartista e Nikolov entrare per Henderson che nel frattempo era scalato a mezz'ala destra, con Hjulmand in cabina di regia. Successivamente anche Meccariello per Dermaku. La squadra, dopo i primi dieci minuti ha preso le misure agli avversari, ritiratisi colpevolmente nella loro metà campo a fare densità, un po' per la veemenza del Lecce e probabilmente perché non avevano più la forza di pressare in avanti. Le occasioni avute dai giallorossi per giungere al pareggio sono state solari: Mancosu da solo, a porta spalancata, sul dischetto del rigore, ha tirato centrale dopo un assist pulito di Stepinski; Nikolov, sempre su assist del polacco, ha deviato debolmente verso la porta una palla sporca salvata sulla linea dalla difesa brianzola; mentre il palo di Hjulmand su colpo di testa (che fa il paio con quello di Majer contro il Cittadella) grida ancora vendetta.

Il Monza ha vinto la partita per uno a zero, grazie all'unico tiro in porta, mentre il Lecce deve leccarsi le ferite e recriminare sull'incapacità avuta di tagliare il traguardo del secondo posto, pur avendo l'inerzia dalla sua parte. Se le ultime due partite del campionato rispecchieranno il trend, nessuna delle due contendenti potrà aspirare direttamente alla serie A ma saranno impegnate a conquistarla nei play-off, una vera e propria lotteria. A proposito di play-off, le ultime due partite saranno importantissime, non solo per la speranza che è sempre l'ultima a morire, ma anche perché il regolamento prevede in caso di arrivo a pari punti, la possibilità di disputare supplementare ed eventuali rigori in caso di parità.

Il Lecce torna a casa a testa bassa, d’altronde l’abbiamo sempre detto: se si vuole vincere, anche le cose che sembrano meno importanti devono incastonarsi al posto giusto; diversamente è inutile recriminare, ma bisogna rimanere concentrati

I giallorossi ora sono quarti (gli scontri diretti avvantaggiano il Monza) ma il campionato offre una seconda possibilità, hanno tutte le potenzialità per coglierla.

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