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La procura di Torino ha trasmesso le carte dell'inchiesta sui conti della Juventus alle procure di altre sei città italiane. Secondo quanto riporta La Repubblica, il tutto è legato ai rapporti fra la società bianconera e altre squadre. La questione riguarderebbe alcune operazioni di calciomercato che secondo gli inquirenti torinesi sarebbero sospette e coinvolgerebbero la posizione di ulteriori club italiani. 
Stando alle ultime indiscrezioni, i documenti sono stati trasmessi alle Procure delle seguenti città: Bologna, Udine, Bergamo, Genova (probabilmente per la Sampdoria), Cagliari e Modena (probabilmente per il Sassuolo per competenza territoriale).

Nelle scorse settimane, i pm hanno scavato su alcuni rapporti di partnership e hanno concentrato la loro attenzione su dei contratti non depositati in Lega: si tratterebbe di obblighi di acquisto "mascherati" da operazioni di "recompra", come nel caso di Rolando Mandragora
Il centrocampista a luglio 2018, dopo due anni alla Juve, era stato acquistato per 20 milioni dall'Udinese, fruttando una plusvalenza di 13,7 milioni. Il 23 giugno il tesserato si era infortunato a un ginocchio, e il 3 ottobre era stato ricomprato a un prezzo di 10 milioni più 6 di bonus dalla Juve, che lo aveva lasciato però in prestito al club friulano. Per riprenderlo la Juve aveva esercitato poi un'opzione di riacquisto, la cosiddetta "recompra", norma che permette di inserire a bilancio la plusvalenza.

La procura sospetta però che si trattasse di un obbligo di riacquisto, un impegno cioè della Juventus, che avrebbe dovuto riacquistarlo a 26 milioni, e che non avrebbe quindi nemmeno del tutto onorato il proprio debito. Per questo in procura erano stati ascoltati come testimoni Mandragora, suo padre (come agente), e anche il vicepresidente dell'Udinese Stefano Campoccia (indicato tra coloro che avrebbero partecipato alla famosa cena con Gravina organizzata da Andrea Agnelli).
La situazione è in divenire.

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