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Tutti i bambini sognano di giocare a calcio. Di diventare grandi, magari indossando la maglia del Lecce in Serie A, ed inseguire un sogno che parte appunto da quando per la prima volta ricevono in regalo quel pallone che non lasceranno mai più.

E se è vero che moltissimi campioni del passato hanno indossato la maglia della loro Nazionale dopo aver giocato scalzi per le vie sterrate della città, è anche vero che le favole a lieto fine sono rare e per ogni campione che ce l'ha fatta ce ne sono altri milioni che hanno dovuto cambiare strada con i piedi torturati dal sangue e dalle ferite. Nel mezzo ci sono i sacrifici, i dolori, le paure, le speranze. 

Se però era “normale” fino a 30 anni fa giocare per strada, o nei vicoli sconnessi delle nostre città, nel 2022 non lo è più. Perché prima era scontato sbucciarsi un ginocchio giocando tra le auto parcheggiate nelle vie del paese, e al massimo trovavi la signora che voleva bucarti il pallone, oggi invece non è possibile. Esistono le norme sulla sicurezza, sull'igiene. Norme che sono severe e che devono essere rispettate. Non si può giocare per strada perché giustamente è pericoloso. A San Pietro Vernotico non si può giocare però nemmeno al Campo Comunale perché è inagibile. “Allora ci droghiamo", come hanno scritto ironicamente dei ragazzi su un cartello che vietava loro di giocare sulla piazzetta del paese (non a San Pietro).

Visto che molti di voi non potranno andare a vedere coi propri occhi qual è lo stato di degrado della struttura, allora ve la mostriamo noi con delle foto scattate di recente. 

 

Abbiamo provato a capire come mai lo stato di degrado è così avanzato intervistando il presidente dell'ASD San Pietro Vernotico, Antonio Fiorello

Da 7 -8 anni ormai andiamo in giro per il Salento per trovare un campo dove poter fare l'allenamento settimanale o dove poter giocare le partite di campionato. Nel primo anno della nostra gestione il Comune era amministrato dalla Commissaria che dichiarò l'inagibilità del campo. Quando venne a vedere la struttura notò tanta sporcizia, topi, calcinacci, insomma era davvero una struttura che non si poteva praticare. Poi l'anno successivo si insediò la giunta Rizzo e da allora permane la situazione di precarietà.

In questi anni cosa avete fatto voi come Società? Avete mai avanzato o sollecitato richieste formali al Comune?

Abbiamo fatto delle richieste. Ci sarebbe bastato anche un contributo minimo. Il fatto è che negli anni scorsi il degrado c'era ma era tale da impedirci solo di giocare le partite ufficiali, mentre gli allenamenti erano ancora possibili. Giocavamo le gare di campionato o di Coppa a Cellino, a Campi Salentina o a Tuturano, oggi invece non possiamo nemmeno mettere piede per gli allenamenti. 

In maniera informale, lei personalmente, è riuscito a parlare con qualcuno del Comune?

Ho parlato personalmente con l'assessore allo sport Canoci che ha confermato l'inagibilità della struttura. Punto.

Questo cosa comporta in termini economici?

Enormi sacrifici. Perchè prima potevamo risparmiare sull'affitto del campo per gli allenamenti e per al preparazione ad inizio campionato e pagavamo solo per giocare la domenica, ora invece siamo costretti a pagare per tutto. Pensi che la preparazione pre-campionato, fatta in una struttura nei pressi di San Pietro, ci è costata 70 euro al giorno. Con quei soldi avremmo potuto allestire una squadra di livello superiore.

Quindi attualmente sono inagibili spogliatoi e terreno di gioco?

Corretto. Questo perché è mancata totalmente la manutenzione, sia ordinaria che straordinaria. Prima quella ordinaria la facevamo noi assieme alle altre associazioni che sfruttavano quella struttura.

E mai nessuno ha pensato di fare qualcosa con tutti i fondi europei che ci sono per lo sport?

A Marzo si è mosso qualcosa. Ci allenavamo li, poi la ditta incaricata ha cominciato i lavori. Ha rimosso le recinzioni e di fatto ci ha messo nelle condizioni di non poterci più andare. A Giugno però hanno lasciato il cantiere che adesso è fermo e non ne conosciamo il motivo. Di fatto, comunque, questo inizio lavori ci ha impedito di allenarci li, eppure la data di fine lavori dichiarata era il 30 Agosto.

Sostanzialmente il Comunale è così da sempre?

Si. Da quando è nato, circa 40 anni fa, ad oggi, nessuna amministrazione ci ha mai messo soldi per la manutenzione. Non è certamente un problema attuale, è da sempre che la situazione è questa. Anzi, Rizzo ha ereditato una struttura ormai compromessa ed è chiaro che adesso per rimetterla in piedi deve impegnarsi di più. 

Cosa perde la squadra nell'affrontare questa situazione?

A San Pietro portavamo al campo 6-700 spettatori in prima, seconda categoria e promozione. Naturalmente adesso, siccome giochiamo a Lecce, non abbiamo più tutto quel seguito. Può capire che in termini sportivi è una sconfitta.  

Non c'è solo questo perché anche per l'allenatore è difficile gestire un gruppo che attualmente si allena su un campo non da calcio in 11.

Cosa si augura per i prossimi mesi?

Spero che l'Amministrazione Comunale si metta una mano sul cuore e ci dia un aiuto concreto. Il Calcio è un momento di socialità importante, soprattutto per il nostro paese. E poi è anche una condizione minima di vita di una comunità avere a disposizione una struttura comunale di questo tipo.

Naturalmente abbiamo provato a contattare sia l'assessore allo sport Canoci che il Sindaco Rizzo per conoscere e approfondire la situazione anche dal punto di vista amministrativo e burocratico. Un confronto che al momento non è stato possibile, ma che confidiamo che nei prossimi giorni ci possa essere.

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