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A settembre saranno 35 primavere, eppure l’entusiasmo, la voglia, la fame di vittoria sono quelle di un ragazzino che sta iniziando adesso la sua carriera. 

Fabio Lucioni ieri ha giocato una partita perfetta, da vero capitano, dimostrando a tutto il Salento cosa significhi onorare questa maglia e rispondendo a tutti quelli che negli anni passati lo hanno criticato per i tanti gol subiti dalla squadra giallorossa.

Fabio ha salito gli scalini degli spogliatoi ed ha guidato il gruppo di Baroni. È stato leader, padre, amico e confidente, i più giovani si sono appoggiati alla sua esperienza e lui ha saputo caricare la squadra dopo la batosta di Reggio, una sconfitta che avrebbe potuto abbattere qualsiasi gruppo ma non quello di questa stagione. L’ex Benevento è uno dei difensori più forti dell’intera Serie B ed alcuni errori commessi nelle passate stagioni non sono arrivati solo per sua responsabilità, ma anche per l’atteggiamento difensivo sbagliato del resto della squadra. 

Fabio ha segnato un gol decisivo, importante, fondamentale per la rincorsa alla Serie A, nonostante abbia sul groppone 35 partite in campionato, con una sola sfida saltata quest’anno per squalifica. In questa stagione, infatti, i centrali difensivi si sono alternati tutti ma lui è rimasto sempre al suo posto, garantendo pulizia ed esperienza, oltre che ad una costanza di rendimento che lo contraddistingue e lo rende un difensore di categoria superiore.

Il centrale difensivo non timbrava il cartellino da quasi due anni ed in settimana lo aveva anche detto: “Negli ultimi tempi ho perso la confidenza con il gol, prima riuscivo sempre a siglare qualche rete durante la stagione”.

Ieri, però, si è fatto trovare pronto, ha risposto presente all’appuntamento con il destino ed ha mandato in visibilio il pubblico del Via Del Mare.

Tre stagioni fa, nell’anno della promozione di Liverani dalla cadetteria alla massima serie, l’ex Benevento aveva segnato due reti contro Padova e Verona e in entrambe le gare il Lecce era riuscito a vincere, conquistando sei punti poi fondamentali verso la scalata al massimo campionato. Anche con i sanniti, nella stagione della prima storica promozione in Serie A con Baroni in panchina, il difensore umbro aveva siglato 3 gol in 41 presenze, rendendosi protagonista nell’area di rigore avversaria. 

Lo scorso anno, invece, Lucioni non ha condito la sua stagione con un gol e forse al Lecce di Corini è mancato anche l’apporto delle reti da parte dei difensori, che solitamente segnano gol decisivi ed inaspettati.

La rete del capitano ha portato bene al Lecce e male a tutte le altre, dato che dopo quella realizzazione sono arrivate solo notizie positive da tutti i campi, con le vittorie di Frosinone, Crotone, Ternana ed il pareggio della Spal contro le dirette concorrenti dei giallorossi. 

Scaramanzia e segni del destino a parte, la carica del classe ’87 è servita, serve e servirà ad un gruppo giovane, composto da tanti giocatori che devono ancora costruire le loro carriere. 

È arrivato il momento di compiere l’ultimo sforzo, quello decisivo, per vivere un altro sogno, un’altra favola che ha come protagonista anche ed ancora “Lo Zio” Fabio Lucioni.

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