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Questo punto è di Marco Baroni, gran lavoratore. È della sua capacità di far capire immediatamente ad un nugolo di giovani arrivati da tutte le parti del mondo il suo credo calcistico, del suo coraggio di alternare i ragazzi a disposizione, di ribattere colpo su colpo alla più quotata formazione partenopea e di non snaturarsi neanche nelle difficoltà. 

Il pareggio, fuori casa, conquistato contro una squadra davvero forte regala autostima e convinzione. L'avevamo detto, in barba al pessimismo dilagante sui social, che questa formazione tutta nuova composta da giovani e da pochissimi elementi di "categoria", grazie all'impostazione, allo spirito di sacrificio ed alla voglia di emergere avrebbe azzerato il gap che esiste tra la serie B e la serie A. 

Corretto! Il Lecce non ha deluso, Colombo nonostante il rigore sbagliato non ha deluso.  I gialloross, anche se nell'azione successiva al penalty parato hanno subito gol, hanno continuato a giocare e Colombo ha fatto vedere quali siano le sue qualità realizzando un gol di rara bellezza. A dimostrazione che parlare e scrivere senza aver "visto" compiutamente espone i critici a figuracce. Il Karma. 

Contro il Napoli, Baroni, così come aveva anticipato in conferenza stampa, ha operato sostituzioni massicce sin dall'inizio rispetto alla partita disputata contro l'Empoli, in tutti i reparti. Pezzella e Tuia al posto di Gallo e Pongracic, Helgason ed Askildsen al posto di Bistrovic e Gonzalez, con Di Francesco e Colombo per Strefezza e Ceesay. Una vera e propria rivoluzione che però ha permesso ai giallorossi di compattarsi, sentirsi squadra in tutti i suoi componenti, un gruppo coeso che lotta per un unico obiettivo, riversando sul terreno di gioco le indicazioni del tecnico e non sfigurando contro il Napoli. 

Poi, come in tutte le partite, ci sono quelli che emergono e coloro che non riescono a farlo, ma lo sport è così. A noi piace parlare di quelli che sono riusciti ad emergere nella speranza che chi ha fatto meno bene possa rispondere sul campo la prossima volta, a cominciare da coloro che disputavano la loro prima partita da titolari in A nel Lecce: Tuia, Colombo, Pezzella ed Askildsen. Chi più e chi meno ha messo in evidenza grande dedizione e attinenza al gioco che il Lecce propone: Colombo ha mostrato al popolo giallorosso perché Corvino lo abbia voluto a Lecce in serie A, non sarà veloce ma ha stazza ed un sinistro da Champions. È un ventenne, da poco ha compiuto gli anni, ma è anche il titolare della under 21 italiana. 

Tuia lo conosciamo, si è applicato senza sbagliare niente, mentre gli altri due, le mezz'ali, hanno combattuto, probabilmente Askildsen meglio di Helgason ma alla fine hanno dato tutto. Vogliamo parlare di Baschirotto e Banda? Il primo è un muro, allo stato insostituibile, non ha paura di niente e grazie allo strapotere fisico tiene posizione e rimanda al mittente le velleità dei forti attaccanti avversari, rispondendo a suon di prestazioni positive a chi ha preso in giro lui e Corvino dopo il suo acquisto: oggi Osimhen non ha toccato palla; Banda invece ha la velocità e la tecnica per tenere occupati due o più difensori avversari (i commenti sulla "banda de Schinzanu" postati sui social dopo il suo acquisto,  saranno andati di traverso a chi li ha scritti credendosi simpatico), deve fare le scelte giuste dopo aver dribblato con successo, ma non può che migliorare, ha solo ventun'anni; Hjulmand e Falcone sempre concentrati, con il primo uomo ovunque ed il secondo che dimostra di valere appieno la serie A. 

Stavolta le sostituzioni necessarie non hanno deluso troppo, ma abbiamo potuto constatare come anche chi è stato sempre titolare come Strefezza e Ceesay abbia difficoltà ad entrare a partita in corso in serie A quando la squadra è stanca. Questo lo diciamo non per ritornare ( ma lo stiamo facendo con piacere) sui giudizi affrettati che molti tifosi hanno riservato al giovane Colombo che prima del Napoli aveva disputato rari spezzoni di gara. 
Alla fine il Lecce, pur sbagliando un rigore, è riuscito a portare via un punto.

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