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Spesso sentiamo parlare di Decreto Crescita anche nel mondo del calcio. Oggi vogliamo provare a spiegarvi a cosa serve, perché se ne discute quando i giocatori arrivano dall’estero e, soprattutto, come può aiutare le società italiane a rimanere competitive rispetto alle super potenze straniere. 

Il Decreto Crescita è stato pubblicato il 30 aprile del 2019 dall’allora Governo Conte, che ha previsto un mix di misure finalizzate all’incremento ed alla crescita degli investimenti nel nostro Paese. In particolare, l’art 5, denominato “Rientro dei cervelli”, è stato emanato per favorire il ritorno in Italia di lavoratori volati all’estero ed anche l’arrivo di stranieri. 

La norma, infatti, ha ridotto la tassazione per tutti i lavoratori che nei due anni precedenti non sono stati residenti in Italia e che si impegnano a farlo per almeno i due anni successivi. In questo modo, grazie a questo sgravio fiscale, l’azienda può offrire stipendi netti più alti, senza o quasi intaccare il lordo, per il bene del lavoratore. Ovviamente anche il mondo del calcio ha subito colto la palla in balzo, sfruttando l’occasione.

Facendo un esempio concreto, che vi permetta di capire quanto accaduto, possiamo dire che grazie al Decreto Crescita un giocatore proveniente dall’estero, al quale si offre uno stipendio netto di 6 milioni di euro, peserà nelle casse della società di riferimento circa 7.8 milioni di euro. Senza tale decreto il lordo sarebbe stato di circa 11 milioni. 

Ovviamente, rimanendo nell’ambito del calcio, se un giocatore firma un contratto annuale non gode dello sgravio fiscale, così come se dovesse rinnovare ne godrebbe solo per il secondo anno. Anche un giocatore che arriva in Italia dall’estero, firma un contratto pluriennale ma poi va via dopo appena un anno, deve restituire al fisco italiano l’ammontare di denaro risparmiato grazie al Decreto. 

Questa agevolazione dura per 5 anni, sebbene se ne possano aggiungere altri 5 se il lavoratore ha un figlio minorenne a carico o se diventa proprietario di un immobile in Italia. 

Infine, circa un anno fa il decreto ha subito una modifica, per bloccare l’arrivo di tanti stranieri nei settori giovanili d’Italia. Proprio a tal proposito, non si potrà più applicare il Decreto per giocatori di età inferiore ai 20 anni e con uno stipendio inferiore al milione di euro. 

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