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Siamo qui, 5 sconfitte consecutive sul groppone e un’amarezza inspiegabile, guardando la classifica, ma concreta e reale se teniamo conto dell’ultimo mese e mezzo vissuto. Oggi proveremo a tracciare delle linee, un piccolo bilancio, cercando di capire cosa sia necessario cambiare e cosa invece va bene così e può rappresentare la base da cui ripartire. È difficile compiere un’analisi lucida ma ci proveremo, toccando 5 punti che, a parer nostro, sono cruciali in questo momento. 

Lecce, sei penultimo!

Il Lecce di Baroni è ultimo per numero di marcatori, peggio di lui ha fatto solo la Sampdoria. In effetti la formazione giallorossa ha trovato la rete solo con 8 calciatori diversi, troppo pochi per una squadra che non ha un vero leader in zona gol, con il solo Strefezza autore di 7 marcature. Nelle ultime giornate le difficoltà realizzative sono emerse in modo inequivocabile ed ora urge porre rimedio prima che sia troppo tardi.

8 punti in più sono un vantaggio, non una zavorra

Questi benedetti 8 punti di vantaggio che il Lecce ha racimolato sul Verona stanno rappresentando una zavorra, un blocco mentale, una scusa alla quale appellarsi dopo ogni sconfitta. Se i gialloblù perdono, allora Hjulmand e compagni sembra non si sentano in dovere di dare il 110% perché tanto le distanze rimangono invariate. Forse questo gruppo ha bisogno di maggiore pressione, di sentire davvero il fiato sul collo per dare il meglio di sé e venire fuori da questo periodo complicato. Abbiamo avuto la possibilità di allungare ma non ci siamo riusciti, eppure sarebbe davvero clamoroso buttare via un tale vantaggio a questo punto del torneo.

5 sconfitte diverse ma uguali

Il Lecce ha perso le ultime 5. Lo sappiamo, lo abbiamo detto in continuazione. Ha perso 5 partite diverse, in modo apparentemente diverso ma alla fine molto simile. Non tira in porta, non crea occasioni, concede poco eppure non basta, perché poi il gol avversario arriva sempre. La formazione di Baroni è l’unica della Serie A a non aver subito più di due gol ma a volte preferiremmo vedere una squadra più coraggiosa, anche a costo di subire un’imbarcata. Perdere lottando va bene, consegnarsi all’avversario no. 

È un problema di modulo? Forse, ma non solo

433, 4231 o addirittura 442. C’è chi invoca il cambio modulo, chi cerca soluzioni e chi, invece, non vede luce al di là dei tatticismi. Chi ha ragione? Non abbiamo il patentino da allenatori e non ci avventuriamo in considerazioni inutili, che lasciano il tempo che trovano e non portano a nessun risultato. Adesso, però, dopo 5 sconfitte consecutive non è importante con quale sistema di gioco si scenderà in campo venerdì perché più che le gambe e gli schemi qui si deve lavorare sulla testa dei giocatori. L’impegno non manca ma è la tranquillità che scarseggia in questo gruppo. Baroni deve preparare la partita come al solito ed anche provare ad entrare nella mente dei suoi ragazzi. Se la testa non è libera, allora tutto passa in secondo piano. 

Venerdì è una partita da Lecce

Crediamo fortemente nel titolo che abbiamo imposto a questo paragrafo. Venerdì è una partita da Lecce perché il Lecce, qualsiasi cosa vogliate dire o pensare oggi, è una squadra strana, sorprendente, che quando tocca il fondo a volte sa come risalire, con un colpo di reni improvviso. Contro il Napoli servirà un’impresa, la partita perfetta, eppure sappiamo che i giallorossi, questo gruppo, questa squadra, hanno nelle corde una gara di qualità e quantità. Venerdì è una serata da Lecce, di quelle nelle quali tutto sembra andare contro e poi accade qualcosa. Serve una scintilla, una scossa, un episodio favorevole, poi chissà. Per ottenere la permanenza in Serie A, in ogni caso, è necessario fare quadrato, compattarsi, diventare una cosa sola contro tutto e tutti. Le salvezze da queste parti le abbiamo sempre ottenute così. 

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