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Il direttore Pantaleo Corvino ha parlato in conferenza stampa.

“Calabresi? Mi verrebbe facile rispondere in maniera semplicistica, ma è una domanda che coinvolge tanti aspetti.

Mi potrei limitare rispondendo che tutto ci potete criticare tranne la coerenza. Io e Stefano abbiamo detto da tempo che abbiamo le idee chiare e sapevamo con chi poter andare avanti e chi no.

Ci possono essere convinzioni personali tecniche che possono essere dei direttori o dell’allenatore. E possono essere non condivisibili. Noi però andiamo avanti con queste convinzioni e le esterniamo si diretti interessati dicendo i motivi. A fine campionato, fatta un’analisi con l’allenatore, abbiamo condiviso questa scelta, su Calabresi e non solo. Sono convinzioni nostre dettate da nostre competenze ed esperienze. Siamo stati coerenti, l’abbiamo detta un mese fa la nostra convinzione su Calabresi.

Quando arrivano certi calciatori si dice ‘ma chi sono? Calabresi ha cambiato sempre club giocando poco a Bologna. Con questa rosa dove andiamo? I nuovi non sono all’altezza dei vecchi.’

Questi sono i disfattisti, i criticoni. Oppure tifosi di altri club, oppure rosiconi. Io a quelli non mi rivolgo, mi rivolgo ai nostri tifosi che sono identificati come tifosi. I veri tifosi sono nei settori dove ci sostengono sempre, per poi fischiare a fine partita. Noi a questi tifosi ci rivolgiamo, non ai rosiconi e ai disfattisti coi nomi falsi che sui social si raggruppano in partiti. A questi non mi rivolgo.

Queste lamentele ci sono ovunque. Se faccio un excursus ricordo come siamo partiti, la prima partita col Pordenone. Dopodomani ritorniamo dopo due anni al Via del Mare e questo sabato ci sarà rumore, ci saranno 30mila persone. Dopo due anni dal nulla siamo arrivati a fare rumore con lo stadio pieno. Questo è figlio del lavoro fatto in questi due anni. Gli obiettivi sono importanti ma sono ancora più importanti i percorsi. Quando sono arrivato sono stato accusato di vendere Petriccione e di comprare sconosciuti. Di aver cambiato allenatore dopo la mancata promozione. Il primo anno è stato così. Ad esempio quell’anno la rosa c’era, a 4 dalla fine eravamo a 5 punti di vantaggio. Si pensava la colpa fosse della rosa….poi siamo ripartiti e ci è stata criticata la cessione di Meccariello, per dire. Oppure ci hanno criticato la permanenza di Gabriel e Lucioni, definiti raccomandati. Alla fine abbiamo vinto il campionato e siamo andati in Serie A.

Calabresi lo scorso anno è arrivato ed era soggetto a dubbi. Ora sui social nascono dei partiti sui giocatori, questa cosa dovevo capirla quando sono arrivato. Ricordo le lacrime per la cessione di giocatore che oggi stanno in Serie C. Ai tempi ero un incapace perchè avevo venduto quei giocatori ad un milione e mezzo. Ora i giocatori ‘raccomandati’ (Lucioni, Coda) sono stati dati ed è un problema. Lucioni, Gabriel e Coda non erano raccomandati?

Vi abbiamo detto che Gendrey e Gallo vanno valorizzati, dobbiamo avere il coraggio di puntare su di loro perchè sono 2000 e possono dimostrare di essere in A.

Noi non paghiamo nessuno per avere il consenso dei social. Io a Firenze ho fatto subito 60 punti, pari a quelli fatti adesso che sembrano tantissimi. Quando c’ero io 60 punti erano pochi. Il secondo anno a dicembre eravamo a 4 punti dalla champions ed in attacco c’erano Simeone, Muriel, Vlahovic, Chiesa. Sui social si criticava perchè in attacco avevo Thoreau, dicevano non fosse all’altezza. Sto facendo questi riferimenti per far capire che il legame calcio-social è così dappertutto.

Siamo coerenti, abbiamo confermato Gendrey e Gallo. Abbiamo preso Frabotta che aveva 18 partite con la Juve. Noi a Lecce non possiamo prendere qualità conclamate, dobbiamo rischiare sulle potenzialità.

È vero che siamo un club che ha soldi, perchè senza soldi non puoi fare acquisti. Con molta umiltà peró dobbiamo dire che in A siamo gli ultimi dei club con i soldi. Un difensore potevo prenderlo? Ne potevo prendere tre, con i debiti. Dobbiamo trovare soluzioni equilibrate. Dobbiamo essere capaci di resistere. In mezzo al campo abbiamo dato fiducia a Hjulmand, Helgason e Gonzalez.

I disfattisti sono sempre in prima fila. Quando prendevo Lucarelli si diceva che mangiasse le purpette. Poi lo abbiamo venduto a 18 miliardi. Ho preso Chevanton al posto suo e sono dovuto fuggire a San Paolo per non sentire nessuno.

Dopo Bojinov mi criticavano Vucinic perchè veniva dal settore giovanile. Mi rivolgo ai tifosi: noi ci sforziamo per fare il massimo.

I giornalisti vengono criticati perchè non vengono fatte domande piccanti? Voi avete lottato con noi fino all’ultima giornata, mi sembra abbiate visto più cose buone che sbagliate.”

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