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No, non è vero che Nino non deve avere paura di tirare un calcio di rigore. E non è vero nemmeno che non sono questi i particolari dai quali si giudica un giocatore. Aprite i social, leggerete sentenze, parole sputate con odio, rancore e tanti altri sentimenti negativi che è difficile anche raccontare.

Si, sarebbe stata una favola. Mancosu segna al minuto 80 del ritorno della semifinale play off. Mette in rete un rigore decisivo, quella della vittoria, quello che vale una finale. Tutti felici, contenti, carichi. Un lieto fine da sogno che nella vita non esiste, soprattutto se ti chiami Lecce e nella tua storia hai versato più lacrime di dolore che di gioia.

Forse. Forse non avrebbe dovuto tirarlo il capitano. Troppi pensieri, troppe responsabilità. Ma chi lo ha detto che un altro avrebbe fatto gol. Marco ha avuto il coraggio di prendere il pallone e posizionarlo sul dischetto. Poi il calcio è questo, nessuno può cambiarlo e di certo i rigori si possono sbagliare, non sono quelle le tragedie.

Oggi ci ritroviamo a commentare una partita incredibile, forse la miglior gara disputata dal Lecce quest’anno. Eppure non è bastato ed alla fine la colpa è solo nostra, perché 4 giorni fa a Venezia non abbiamo giocato con la stessa intensità di ieri. 

Si, no, forse. Beati quelli che hanno la verità in tasca ed hanno sempre il coraggio di sentenziare. Noi oggi non ce la facciamo proprio e non ne troviamo nemmeno il senso. Vogliamo dire una cosa, però, prima di chiudere il sipario di questa stagione: il Lecce c’era ieri, c’è oggi e ci sarà domani, in fondo la favola è proprio questa. 

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