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Per un futuro sostenibile. E non è uno slogan elettorale. Il Lecce ha compreso l'argomento prima di tutti, già dal ritorno nel Salento di Pantaleo Corvino. Non con una dirigenza con la sfera di cristallo, ma con un manager che avrebbe preso in mano le redini del Settore Giovanile giallorosso.

Il progetto della Primavera adesso ha una solidità inattaccabile. Giocare un campionato Primavera (e nella prossima stagione la Youth League) ad alti livelli serve, eccome. Così il Lecce ha saputo valorizzare l'idea di dare ai propri giovani uno sbocco immediato dal vivaio. Una casa nella quale continuare la maturazione. Poi, c'è chi lo fa in tempi rapidissimi, chi più lentamente, chi ha bisogno di uscire dal nido del “Deghi Center” di San Pietro in Lama per spiccare il volo e chi fisiologicamente col passare degli anni si perde.

Ma oggi la Primavera del Lecce è un bacino d'utenza già fondamentale per Roberto D’Aversa. La passata stagione insegna: in un anno di maturazione generale della prima squadra, il Lecce ha allevato un professionista che oggi è certamente più pronto di ieri. Joan Gonzalez è il capofila di questa nuova generazione di baby talenti da lanciare in prima squadra: il suo primo anno in prima squadra è stato più che positivo.

LECCE PRIMAVERA, I NOMI IN CRESCITA

E poi ci sono tutti gli altri: i vari Berisha, Dorgu, Burnete, Corfitzen, Vulturar, Borbei, Mc Jannet e Samek. Il progetto giallorosso non si ferma, anzi si consolida. Proseguendo con Federico Coppitelli in panchina si può continuare a crescere senza alcun ombra di dubbio. 

Il progetto nel quale il Lecce ha creduto sin dall’arrivo di Corvino, alla prima squadra regala giocatori con ali già abbastanza forti per non cadere alle prime prove di volo, alla società permette di lavorare in maniera sostenibile. Quando i talenti li ritrovi in casa non hai bisogno di cercarli altrove. Chi non è da Lecce, poi, può essere venduto a cifre golose: un tesoretto figlio della Primavera giallorossa e della programmazione non guasta mai, anzi sarebbe oro colato per qualsiasi squadra. Dunque, il progetto continua.

Con gli stessi presupposti di sempre: non appena un giocatore figlio del vivaio è pronto si affaccia alla Primavera. Cresce, impara, si sporca le mani (magari anche in Serie B o in C) per poi entrare allo stadio “Via del Mare” con la consapevolezza di essere al posto giusto nel momento giusto.

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