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Gianluca Rocchi, designatore arbitrale, ha parlato durante il Social Summit di Roma, toccando l’argomento relativo ai dialoghi Var ed alla loro diffusione. 

Dialoghi pubblici tra arbitri e assistenti al Var? Nella Formula 1 sono filtrati, la prima cosa che verrebbe chiesta sarebbe cosa è stato tagliato. È complesso, chi sta in campo e chi sta fuori deve avere una preparazione comunicativa adeguata. Stiamo migliorando tantissimo, anche rispetto all’anno scorso, ma ci vuole ancora tempo. 

Da parte degli arbitri c’è apertura totale, non ci sono segreti. Il problema di trasmettere live è che non c’è un filtro, quello che avviene in campo lo sentirebbe il mondo intero. 

«Perché nel rugby è possibile? C’è un’altra cultura di come lavora l’arbitro, c’è meno stress con un sistema diverso. Gli arbitri italiani stanno lavorando molto per andare verso una comunicazione che sia ascoltabile da tutti, ma stiamo facendo un percorso di crescita. Oggi non potrei mandare un audio live, perché il livello non è ancora adeguato, ma stiamo lavorando tantissimo. Stiamo facendo un lavoro di formazione enorme, in alcuni casi frenarsi non è semplice perché rischi di limitare la tua spontaneità e diventerebbe un problema al contrario. Quanto tempo ci vorrà? Dipende dai risultati, quando ci rendiamo conto di essere pronti. Poi servirà comunque un’autorizzazione generale della Fifa, non possiamo fare come ci pare. L’importante sarà farsi trovare pronti quando sarà il momento”.

Anche il Presidente Saverio Sticchi Damiani, in merito alle polemiche per l’arbitraggio del Signor Pairetto in Lecce-Monza, aveva chiesto la possibilità di ascoltare i dialoghi tra direttore di gara e Var, proprio per capire le ragioni della mancata assegnazione dei due calci di rigori netti in favore del Lecce.

Presto quindi potrebbe esserci la svolta tanto auspicata da tutti. 

 

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