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Adesso sappiamo una cosa: il Lecce ha una base da cui partire. Ed anche tanta sfiga, perché prendere un gol a freddo dopo un minuto, rincorrere dando tutto, arrivare al meritato pareggio per poi subire la beffa nell'ultima azione della partita a difesa schierata, quando non si ha più il tempo per poter recuperare, è sfiga nera.

Ma nella sfortuna e, dopo gli inevitabili sbandamenti di inizio partita, abbiamo visto tutti una squadra solida che non ha mollato neanche un centimetro di campo. Viste le proporzioni con l'avversario ed i valori in campo (metà stipendio di Lukaku costa quanto tutti i giallorossi) era quello che tutti volevano vedere. 

Il Lecce è ancora un cantiere aperto, questo si sa; mancano almeno quattro elementi di spessore per poter contendere con successo la vittoria anche  alle pari grado; ma l'ardore agonistico, la voglia di non lasciarsi sovrastare e la capacità di sapersi reinventare, pur nella sconfitta, hanno fatto luccicare gli occhi perché chi ama questa maglia, al netto di tutti i dubbi che regala sempre un calciomercato, sa che gli uomini scesi in campo oggi hanno dato tutto. 

È questa la "base" che Baroni è riuscito a creare già ed è anche su questa che piccole squadre come il Lecce potranno costruire il loro percorso. Stasera, in una partita ufficiale contro una corazzata che ha mantenuto l'organico della scorsa stagione, anzi arricchendolo, abbiamo notato tante cose che ci rinfrancano e paradossalmente ci fanno tirare un sospiro di sollievo. Intanto gli oggetti misteriosi (per alcuni) arrivati in questa questa sessione estiva hanno dimostrato di crederci e di non volersi arrendere, almeno fino ai crampi. 

Ceesay, al di là del gol, ha dimostrato che se ben servito può essere micidiale. E' dotato di una velocità elevata ed un'ottima progressione che abbina al controllo rapido nello stretto. Banda è praticamente uno Strefezza. È stato buttato in campo sulla fiducia, senza mai essersi allenato, mentre toccava il suo primo pallone della gara nello stesso tempo scagliava un bolide dalla distanza che tutti avevano visto in porta. 

Ma anche Baschirotto fuori ruolo, dopo i primi quindici minuti di adattamento, ha iniziato  a non far passare niente nonostante i ripetuti corpo a corpo con uno come Lukaku, così  Blin, a tratti sontuoso in difesa. Che dire del ragazzino (Gonzalez) passato dalla primavera alla serie A? Elegante, testa alta ma nello stesso tempo grintoso in difesa e sempre pronto a pressare. Lo stesso dicasi per uno Hjulmand che da vero capitano dopo aver smaltito il gol preso a freddo ha iniziato a prendere per mano la squadra ed a randellare dietro. 

Ma anche Falcone, Bistrovic e Di Francesco eccellente la loro prestazione, sicuramente tre elementi di serie A. Forse un po' sotto tono è stato Strefezza, si vedeva sin dall'inizio che fosse nervoso ed una settimana in differenziato probabilmente non l'ha aiutato. Insomma una partita che lascia l'amaro in bocca per il risultato ma che nonostante tutto ha regalato nuove solidità su cui poter lavorare. Sapere che una miliardaria Inter per poter vincere all'ultimo secondo utile era stata costretta a schierare quattro punte e mezzo, tutte oltre il metro è novanta, è la dimostrazione che i giallorossi hanno lottato con tutte le loro forse e avrebbero meritato di non perdere.

Ora testa al Sassuolo, senza distrazioni perché una partita è diversa dall'altra e a Reggio Emilia riuscire a portare a casa qualcosa sarebbe salutare in attesa che l'area tecnica completi la squadra e Baroni possa lavorare su un organico al completo.

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